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Spinning Boris

Regia di Roger Spottiswoode vedi scheda film

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La recensione su Spinning Boris

di supadany
6 stelle

Spinning Boris” non ha certo l’imprinting di un film con la possibilità di passare alla storia, ma ha pur sempre una trama intrigante quanto basta per sorvolare, almeno in parte, su aspetti poco convincenti e poi rievoca in forma per lo più leggera i fantasmi della “guerra fredda” che diverse pagine di buon cinema hanno raccontato.

All’indomani di una campagna elettorale fallimentare, il trio composto da George (Jeff Goldblum), Joe (Liev Schreiber) e Dick (Anthony LaPaglia) ha l’inaspettata chance di rimettersi in carreggiata con un ingaggio in Unione Sovietica.

Si trovano a dovere rivitalizzare la campagna elettorale di Boris Yeltsin, ultimo nei sondaggi, ma la loro buona volontà viene messa in difficoltà dal diverso modo di pensare russo.

Ed a un certo punto si sentono anche in pericolo di vita.

 

locandina

Spinning Boris (2003): locandina

 

Roger Spottiswoode dirige un buon trio d’attori in un film avaro dal punto di vista della messa in scena, ma articolato piuttosto bene nello sviluppo, in grado di procedere con un profilo leggero con però alcuni innesti ben poco rassicuranti che rievocano tensioni proprie di periodi nei quali era difficile vivere serenamente.

Si sfruttano prima di tutto le differenze culturali, con un modo di agire difficile da far collimare con le necessità del campo e poi i tre americani in trasferta anche tra loro hanno modi di pensare poco allineati, tra chi è pronto a giocarsi tutto (George), chi se la svignerebbe subito (Dick) e chi si trova nel mezzo, tra la voglia di sfruttare l’occasione della vita e la paura di lasciarci le penne (Joe).

Vi è una discreta discorsività e l’interesse difficilmente cala al di sotto dei livelli di guardia (si registra comunque qualche scarto di credibilità), semmai mancano delle vere e proprie impennate ed anche il finale è un po’ in tono minore, poco articolato (questo al netto delle tensioni a livelli massimi che lo anticipano), insomma sottolineare meglio la conclusione non sarebbe stato poi così impervio.   

Tra gli attori svetta Jeff Goldblum, con un personaggio pienamente nelle sue corde, più curioso e avventato, seguito da Anthony LaPaglia che naviga in territorio opposto, mentre Liev Schreiber fa un po’ la parte del “cuscinetto” e ne esce peggio dei colleghi.

Un film dunque interessante, ma riuscito solo fino ad un certo punto, sul quale si poteva operare meglio un po’ in tutti i segmenti (prima di tutto quello estetico, un po’ troppo da tv-movie).

Comunque pienamente sufficiente.

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