Regia di Michael Anderson vedi scheda film
Best seller del momento, scenggiato da un buon scenggiatore come James Kennaway, ma cosceneggiato e banalizzato da uno come John Patrick, abituato a ben diverse operazioni. Un cast veramente stellare, che fa venire la curiosità di vederlo in versione originale; un sottotitolo italiano come Nei Panni di Pietro, che si avvicina molto al Titolo orginale.
Una storia che ci sorprende per la sua preveggenza, nel senso che sarà fatto Papa un uomo venuto dall'Est. Diciamo subito che la storia è interessante, peccato che viene un po' banalizzata con un' operazione troppo evidentemente ovvia, a cui il regista è molto abituato.
Quinn è davvero l'attore che ci voleva e si presta ben volentieri a questa operazione rimanendo l'attore veramente indispensabile, a cui finalmente è stato dato lo spazio che esigeva da anni.
Lakota, arcivescovo russo, viene liberato dalla prigionia polita, per una forma di distensione internazionale, siamo infatti ai tempi della guerra fredda. Ben presto, però, viene trasferito a Roma, in Vaticano, dove per un caso fortuito verrà fatto Papa.
Giornalista del caso, con piccola storia sentimentale, con finale moralistico
Un Cardinale del Vaticano figura un po' ingessata, ma peina di professionalità
Spesso questo attore ha dovuto intepretare il ruolo del malato terminale e questo ne è un esempio, peccato la sua sensibilità è stata scambiata per qualcosa di altro.
Ruolo breve , ma incisivo dello statista russo, viene da sorridere per il fattore della lingua
Davvero bella interpretazione ci si dedica in maniera intima e ci riesce molto bene
Regista che ha sempre speculato sul fattore divistico dei suoi film, basandosi spesso sulla presenza di attori di forte richiamo, ma frequentemente la sua superficialità non ha saputo sfruttare le occasioni che sono state messe a disposizione.
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