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Agnus Dei

Regia di Anne Fontaine vedi scheda film

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La recensione su Agnus Dei

di michemar
7 stelle

Anne Fontaine sceglie la strada della narrazione asettica e senza enfasi, facendoci partecipi delle atrocità collaterali alla guerra in una zona dimenticata dell’Europa, tra neve, stupri collettivi e inflessibilità religiosa difficilmente comprensibile, raccontando un episodio così grave che anche la stessa Polonia aveva voluto dimenticare.

Allorché la regista Anne Fontaine sceglie più volte di inquadrare solo due volti, quello della giovane dottoressa della Croce Rossa francese Mathilde Beaulieu e quello di una delle suore del convento polacco in cui si svolgono i fatti, ci rimanda direttamente al senso che è al centro dell’atroce vicenda narrata. Alternando il primo piano ora sulla sorella ora su Mathilde, ci si chiede se è solo l’aiuto della Divina Provvidenza che l’uomo deve aspettare per salvarsi dai pericoli della terra, dalle ingiustizie, dalle violenze e se ciò che succede è solo la volontà divina che quindi va serenamente accettata, oppure se è in se stessi e nell’aiuto di chi ti è vicino che bisogna cercare di rimediare e reagire alle miserie umane. Fatalismo e fede cristiana o meglio volontà di Dio e obbedienza oppure laicità assoluta, con conseguente senso pratico e forza di reazione. Due aspetti umani entrambi comprensibili ma che si possono trovare in contrapposizione in più di un’occasione e qui, in questo straziante film, trova l’ennesima dimostrazione, tenendo presente che la storia è tutta atrocemente vera. Atrocemente perché vergognose sono le scorribande dei soldati tedeschi e russi e anche perché la soluzione che adotta la Madre Badessa del convento è altrettanto sconvolgente.

 

Lou de Laâge, Agata Buzek

Agnus Dei (2016): Lou de Laâge, Agata Buzek

 

La brava regista lussemburghese, il cui vero nome è Anne Sibertin-Blanc, ha affermato in sede di presentazione che "Il tema principale è la speranza ed è la fede la benzina della speranza"e ha spiegato che ovviamente ha arricchito la sua trama con episodi di pura fiction ma che l’ossatura principale è storia vera. A 27 anni infatti Madeleine Pauliac – che nel film prende il nome di Mathilde Beaulieu -  medico dello staff di un ospedale di Parigi, entra nella resistenza. Siamo nel 1945 e Varsavia è una città distrutta dopo due mesi di insurrezioni contro la Germania occupante e nel corso di questo periodo, l'esercito russo in Polonia resta armato. In questo contesto la Pauliac è nominata primario dell'Ospedale francese di Varsavia. Qui scopre l'orrore dei reparti maternità dopo le violenze dei russi nei confronti di donne, tra cui molte suore. Lei si occupa così di fornire aiuto medico a queste religiose. Le aiuta a guarire le loro coscienze e a salvare il convento. L’operazione cinematografica della Fontaine è comunque stata molto apprezzata anche nell’ambiente religioso, tanto che, dopo la proiezione del film in Vaticano, mesi fa, il vescovo Guilherme Henriques de Carvalho ha detto che questo è un “film terapeutico per la Chiesa". Per Suor Carmen Sammut, presidente dell'Unione Internazionale delle Superiore Generali presente all'incontro stampa, ha addirittura affermato che "la scelta della spiritualità da parte di queste suore è anche un modo di essere madre, al servizio della vita: in fondo - sottolinea - non c'è dicotomia tra queste due cose".

 

Lou de Laâge

Agnus Dei (2016): Lou de Laâge

 

Grande momento di riflessione, quindi, anche se per arrivarci dobbiamo percorrere un tragitto scomodo e drammatico, la storia appunto di queste suore indifese che videro il loro convento oltraggiato come il loro corpo e che per la vergogna e il bene del convento, e della Chiesa stessa, scelgono il silenzio e la rassegnazione, senza pensare a cosa sarebbe successo nove mesi dopo e dove avrebbero tenuto i bambini. Per farlo, la Fontaine gira un film glacialmente drammatico, tra la neve della Polonia, luogo dei fatti, e la quasi totale assenza di commento musicale, quasi ad alimentare maggiormente la solitudine sia delle religiose che dell’eroica dottoressa che con totale abnegazione e massima riservatezza le aiuta fisicamente e psicologicamente.

 

Eliza Rycembel

Agnus Dei (2016): Eliza Rycembel

 

Fede, Speranza e Carità insegna la religione cattolica, chiamandole Virtù Teologali, e le ritroviamo anche nel film: la prima è quella integerrima e a volte traballante delle povere religiose, la seconda la troviamo nel finale in cui si apre un futuro a quei bimbi frutto della violenza e a tutti gli altri della zona, rimasti soli e orfani a causa della guerra mondiale. La Carità la leggiamo nello sguardo perplesso ma determinato della dottoressa che decide di aiutare le suore, non solo per dovere etico e deontologico di medico, ma anche per puro sentimento umano di solidarietà che la ha mossa e commossa. “Ci aiuterà la Divina Provvidenza” dice la Madre Superiore, “A volte non basta” replica la coraggiosa Mathilde.

 

Lou de Laâge

Agnus Dei (2016): Lou de Laâge

La deliziosa Lou de Laâge, già ammirata nel recente ‘L’attesa’ di Piero Messina, è la dottoressa della Croce Rossa francese: i primi piani che le regala la regista esaltano la sua grazia e la sua interpretazione, che se anche non eccezionale (deve ancora crescere e non poco) riesce ad esprimere dignitosamente la rabbia e il dolore della sua dura esperienza di crocerossina e di donna con altre donne e in trincea contro la sofferenza. La regista Anne Fontaine (‘Two Mothers’, ‘Il mio migliore incubo!’, ‘Coco avant Chanel - L'amore prima del mito’, sceneggiatrice anche per ‘Chloe - Tra seduzione e inganno’), uscendo quindi dal suo ordinario corso artistico, sceglie la strada della narrazione asettica e senza enfasi, facendoci partecipi delle atrocità collaterali alla guerra in una zona dimenticata dell’Europa, tra neve, stupri collettivi e inflessibilità religiosa difficilmente comprensibile, raccontando un episodio così grave che anche la stessa Polonia aveva negli anni seguenti voluto mettere da parte, per non pensarci più. Ma tutto dolorosamente vero.

 

Lou de Laâge, Agata Buzek, Katarzyna Dabrowska

Agnus Dei (2016): Lou de Laâge, Agata Buzek, Katarzyna Dabrowska

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