Trama
Mathilde Beaulieu è una giovane dottoressa che opera nel 1945 con la Croce Rossa francese, aiutando i sopravvissuti francesi dei campi di concentramento tedeschi. Un giorno, mentre lavora in un ospedale in Polonia, una suora la prega di seguirla in convento. Qui, Mathilde scopre che diverse religiose sono in stato in gravidanza e che sono chiamate a una tragica scelta: accettare la maternità o abbandonare i figli del peccato.
Approfondimento
AGNUS DEI: GLI ORRORI DELLA GUERRA SULLE RELIGIOSE
Diretto da Anne Fontaine e sceneggiato da Sabrina B. Karine e Alice Vial, Agnus Dei si basa su un soggetto originale di Philippe Maynal riadattata dalla stessa regista con Pascal Bonitzer e racconta le vicende di Mathilde Beaulieu, una giovane dottoressa in servizio alla Croce Rossa che nella Polonia del dicembre 1945 ha l''incarico di recuperare i francesi sopravvissuti e occuparsi del loro rimpatria su richiesta di una suora polacca. In un primo momento riluttante a seguire i consigli delle trenta suore benedettine che vivono tagliate fuori dal mondo, Mathilde inizia a cambiare prospettiva quando scopre che molte di loro, violentate dai soldati sovietici, sono in punto di partorire. A poco a poco, tra Mathilde, atea e razionalista, e le religiose, che hanno dedicato la loro vita alla vocazione religiosa e alla fede, nasce un rapporto tanto complesso quanto pericoloso.
Con la direzione della fotografia di Caroline Champetier, le scenografie di Joanna Macha e Anna Pabisiak, i costumi di Katarzyna Lewinska e le musiche originali di Grégoire Hetzel, Agnus Dei nasce dalla volontà della regista di portare in scena, seppur con diverse libertà, la vera storia di Madeleine Pauliac, come confermano le sue parole: «Agnus Dei si ispira a un fatto poco noto accaduto in Polonia durante il 1945. Il destino delle suore di un convento benedettino è sconcertante: secondo le note di Madeleine Pauliac, giovane medico della Croce Rossa, 25 di loro sono state violentate nel loro convento più di 40 volte di fila con il risultato che 20 sono morte e 5 sono state costrette ad affrontare una gravidanza non voluta. Non ne esce una bella immagine dei soldati sovietici ma è una triste verità storica, che la Polonia non ha mai raccontato ma che un certo numero di storici ha voluto riportare alla luce. Per i soldati, non si trattava di un premio concesso dai superiori per il loro sforzo. Era semmai un'abitudine brutale che ancora oggi si perpetua nei Paesi in guerra, dove le donne sono costrette continuamente a subire abusi.
Pur essendo nata in una famiglia cattolica, non sapevo come vivessero le suore. Per conoscere da vicino la quotidianità di un convento, sono stata ospite in un monastero benedettino e ho voluto osservare con i miei occhi come vivono le consorelle. Al di là della vita in comune, mi ha impressionato molto il loro modo di stare insieme, di pregare e cantare per sette volte al giorno come in una dimensione sospesa tra euforia e ferrea disciplina. Ho visto anche i rapporti umani che si consolidano tra le consorelle, le tensioni, le varie psicologie in gioco e le azioni e i movimenti di ognuna. Non si tratta di un mondo unidimensionale e freddo, come si può pensare dall'esterno. Mi ha poi colpito come la fede non sia del tutto cementata ma sia in realtà fragile e labile.
In Agnus Dei, la giovane Mathilde, interpretata da Lou de Laâge, è una donna molto più moderna dell'età in cui vive. Ha appena terminato gli studi e come assistente alla Croce Rossa va incontro a una sorta di viaggio iniziatico. Con coraggio e responsabilità, aiuta le suore a dare alla luce i figli, mantenendo il segreto e assumendosi sulle spalle i rischi che ne derivano. Rivoluzionaria è anche Maria, la suora impersonata da Agata Buzek: lei è colei che si prende fin troppi rischi nell'accettare l'arrivo di Mathilde, rompendo le regole del suo ordine, regole a cui era abituata ad obbedire ciecamente».
LA VERA STORIA DI MADELEINE PAULIAC
Quando aveva 27 anni, Madeleine Pauliac, medico dello staff di un ospedale di Parigi, si unì al movimento della resistenza, fornendo materiale e supporto ai paracadutisti alleati. In seguito, partecipò alla liberazione di Parigi e alle campagne militari di Vosges ed Alsace.
All'inizio del 1945, in qualità di ufficiale medico delle Forze Interne Francesi, partì per Mosca sotto la guida del Generale Catroux, l’Ambasciatore francese a Mosca, per dirigere la missione di rimpatrio francese.
La situazione in Polonia era drammatica. Varsavia, una città distrutta dopo due mesi d'insurrezioni contro la Germania occupante (tra agosto e ottobre del 1944) era letteralmente rasa al suolo. 20.000 combattenti e 180.000 civili erano morti. Nel corso di questo periodo, l'esercito russo, presente in Polonia sin dal gennaio del 1944 sotto gli ordini di Stalin, rimase armato e in attesa sull'altra riva del fiume Vistula. Dopo un ulteriore attacco dell'esercito Tedesco e in seguito alla scoperta di tutti gli atti di violenza commessi dai tedeschi, l'Armata Rossa e la sua amministrazione provvisoria assunsero il controllo dei territori liberati.
È in questo contesto che Madeleine Pauliac fu nominata nell'aprile del 1945 Primario dell'Ospedale francese di Varsavia, che era ridotto in rovine. Madeleine era a capo delle attività di rimpatrio all'interno della Croce Rossa Francese. Condusse la sua missione in tutta la Polonia e in parte dell'Unione Sovietica. Portò a termine oltre 200 missioni con l'Unità dello Squadrone Blu delle autiste di ambulanza della Croce Rossa, che avevano lo scopo di cercare, curare e rimpatriare i soldati francesi rimasti in Polonia.
Scoprì allora l’orrore nei reparti di maternità, dove i russi avevano violentato le donne che avevano appena partorito e quelle che erano in travaglio; gli stupri erano all'ordine del giorno, e ci furono addirittura stupri collettivi nei conventi. Lei si occupò di fornire aiuto medico a queste donne. Le aiutò a guarire le loro coscienze e a salvare il loro convento.
Madeleine Pauliac morì accidentalmente mentre era in missione vicino a Varsavia nel febbraio del 1946.
Trailer
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Commenti (9) vedi tutti
Un film che racconta bene, senza girarci troppo intorno, degli orrori che la guerra si porta appresso con effetti collaterali che vanno ben oltre i bombardamenti e che non trovano ostacolo neanche nel rispetto per la religione
leggi la recensione completa di galavernaFilm ben fatto anche se rallenta un po' nella seconda parte. Storia interessante pur un po' angosciante
commento di Artemisia1593Peccato che il solito titolo all’italiana tenga lontano dalla visione parecchi spettatori che potrebbero apprezzarlo (lo dico con cognizione di causa).
leggi la recensione completa di laulillaSfondo e storia forse non fanno una grinza,ma il tutto si risolve in un clima plumbeo per tutta la durata del film,che obbligano a una visione veramente pesante....molto pesante.A stento un 6.
commento di ezioRaro vedere un film così piatto e accademico come questo.
commento di EightAndHalfAnne Fontaine sceglie la strada della narrazione asettica e senza enfasi, facendoci partecipi delle atrocità collaterali alla guerra in una zona dimenticata dell’Europa, tra neve, stupri collettivi e inflessibilità religiosa difficilmente comprensibile, raccontando un episodio così grave che anche la stessa Polonia aveva voluto dimenticare.
leggi la recensione completa di michemar“Se non ritornerete come bambini, non entrerete mai” (Matteo 18, 1-5). “La fede è fatta di 24 ore di dubbio per ogni minuto di speranza”. (Suor Maria).
leggi la recensione completa di leporelloQuando l'amore verso dio si scontra con l'odio verso gli uomini. Basterà l'innato senso materno a riunire fede e mondo naturale dopo una guerra devastante? La regista Anne Fontaine ci prova, le sue madri si moltiplicano un film dopo l'altro, in auspicabili sentenze pacifiste.
leggi la recensione completa di KurtisonicLa barbarie della guerra che non risparmia nemmeno i territori sacri. Un aiuto disinteressato e laico che servirà a far luce su un crimine ancor più efferato frutto di deviazioni della morale cattolica. Buon dramma in costume della valida ed impegnata Anne Fontaine con la diva del momento, Lou de Laage, bella e perfetta.
leggi la recensione completa di alan smithee