Regia di Mimmo Calopresti vedi scheda film
Un adolescente accoltella un coetaneo, lasciandolo in fin di vita. Il medico che si occupa della vittima è amico del padre dell’aggressore, nonché del poliziotto che si occupa delle indagini. Ma i tre non si vedevano da tantissimi anni e il casuale incontro fa riaffiorare l’antico dramma condiviso dal terzetto.
Se un pregio proprio si vuole trovare a questo film, sta senza ombra di dubbio nella durata contenuta a 85 minuti, titolazione compresa. Perché, nonostante il buon nome di Mimmo Calopresti in regia e nonostante l’origine letteraria sufficientemente nobile (l’omonimo romanzo di Gaetano Savatteri), davvero Uno per tutti è un’operina striminzita dal punto di vista della forma e soprattutto dei contenuti. Un lavoro nel quale la tensione di fondo necessaria a garantire appeal alla narrazione viene mantenuta maluccio, le soluzioni originali, espressamente cinematografiche, sembrano essere spesso soppiantate dalla volontà di illustrare senza troppa fantasia la pagina, aderendo quanto più possibile al testo di partenza (ad es. con dialoghi poco verosimili, più ‘scritti’ che parlati) e nel quale infine la recitazione, se si esclude il buon Thomas Trabacchi, sbanda più volte. Sorprende però che non sia Giorgio Panariello l’attore peggiore sulla scena; non fosse per altro, si capisce, che per il suo curriculum di comico che stride con questo ruolo di serioso poliziotto. Fra gli altri componenti del cast troviamo Isabella Ferrari, Fabrizio Ferracane, Irene Casagrande e Lorenzo Barone. Considerando che Calopresti si propone di rado con lungometraggi a soggetto, preferendo spendersi fra cortometraggi e documentari, era lecito attendersi qualcosina di più. Sua è anche la sceneggiatura, scritta con Monica Zappelli e la collaborazione di Savatteri. 3/10.
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