Regia di Mimmo Calopresti vedi scheda film
Mimmo Calopresti è uno di quei registi-autori rimasti sul limbo. Ha raggiunto l’apice della sua cinematografia con PREFERISCO IL RUMORE DEL MARE, non con l’ingessato esordio de LA SECONDA VOLTA. E’ un bravo documentarista e di questo gli va dato atto. I suoi lungometraggi sono imperfetti, schietti e imprecisi come le sue interpretazioni così poco professionali, vedere l’avvocato di UNO PER TUTTI. Ecco, con l’ultima pellicola ha tracciato un percorso inedito, un piccolo noir di frontiera che si muove su tre binari. Un diciottenne accoltella per gelosia un rivale durante una gigantesca rissa: dentro e fuori dal carcere e con una storia d’amore con una coetanea comprensiva; arrestato da un poliziotto amico d’infanzia del padre, noto costruttore proprietario di un cantiere navale ché a sua volta chiama un secondo amico dalla Calabria. Tre amici e un ricordo doloroso da condividere, presente e passato si intrecciano.
Non molto originale il soggetto (tratto da un romanzo) e lo sviluppo: la mancata fuga finale e il dramma consumato troppo lentamente da bambini. Ciò che convince è lo stile secco, dato da un buon montaggio, la città di Trieste e i caratteri dei protagonisti: Gil, soprattutto, cinico, antipatico/scorbutico (ben interpretato da Fabrizio Ferracane); Vinz, il poliziotto scazzato e malinconico di Giorgio Panariello; Saro, il meno centrato (e Thomas Trabacchi non aiuta la messa in luce del personaggio). Bravissima, invece, Isabella Ferrari: mamma e moglie tenace e autentica, specie nell’utilizzo appropriato dell’accento. Aspetto che non convince in Vinz e Saro. Belle le musiche elettroniche di Max Casacci, con il brano cantato da Rachele Bastreghi “Colpo di vento”.
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