Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Racconto sugli ultimi anni di vita di Thomas More (Tommaso Moro), uomo prudente, avvocato, laico, cancelliere di Enrico VIII d'Inghilterra, ma fedele al papa quando il monarca inglese entrò in contrasto con il pontefice di Roma, per la richiesta di divorziare dalla moglie Caterina d'Aragona. Pur riconoscendo l'autorità del sovrano e quella del Parlamento, More non appoggiò le pretese del re contro il papato. Per questo motivo, il cancelliere dette le dimissioni dal proprio incarico, ritirandosi a vita privata e rifiutandosi di prendere pubblicamente posizione in merito alla controversia tra il sovrano e il papa.
Zinnemann mette bene in scena la vera e propria persecuzione posta in atto da Enrico VIII nei confronti del proprio ministro - una delle personalità europee più in vista della propria epoca -, allo scopo di costringerlo ad appoggiare esplicitamente le tesi propugnate dal monarca, non soltanto, oramai, sulla questione del divorzio, ma anche sulle controverse più propriamente religiose. I tormenti umanissimi di More, combattuto tra l'altrettanto umana paura del boia e gli imperativi della propria coscienza, che pur in quanto uomo di stato sente di avere impegnato al cospetto di Dio, e quindi del papa, suo rappresentante, ben al di sopra del Re e del Parlamento inglesi. A questo dramma e a questi tormenti fornisce volto e cuore l'interprete shakespeariano Paul Scofield, che emerge anche in mezzo ad uno stuolo di ottimi attori.
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