Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Scegliendo un'impronta fondamentalmente teatrale, Boyle descrive la figura di "Mr. Apple" in 3 diversi archi temporali, di 3 passaggi fondamentali, attraverso 3 diversi faccia a faccia. I dialoghi di Sorkin fanno la differenza, le eccezionali performance esaltano, ma è l'atipicità di fondo a rendere genuino il tutto...
3 momenti per raccontare 3 fasi attraverso 3 dialoghi... La scelta originale di Boyle del come raccontare una delle icone più amate e discusse degli ultimi 30 anni di storia (non solo tecnologica) rappresenta probabilmente il principale punto di forza del progetto.
Figura dipinta sempre a metà tra genio e demonio, Boyle mira a sviscerare i sentimenti più nascosti e profondi di Jobs in tre archi temporali fondamentali della sua carriera imprenditoriale (dal lancio del Macintosh a quello del Next Computer fino a quello dell'I-Mac), attraverso un background fatto di dialoghi che si ripetono a distanza di anni e che, di fatto, fotografano l'evoluzione di Mr. Apple ma nel contempo sono anche pezzi del ritratto intimo di un uomo la cui ambizione sfrenata ha finito col nascondere, ma non cancellare, il suo lato più umano e sentimentale... Sintesi di un visionario dalla mente troppo avanti nel tempo per poter essere comunemente compresa.
Fondamentale, ai fini del risultato, è l'incisiva sceneggiatura di Sorkin, che fa dei 3 dialoghi di Jobs con 3 personaggi chiave della sua carriera momenti di alta intensità emotiva, in cui gli accesi dibattiti assumono contorni scespiriani, accompagnati da una colonna sonora notevole e calibrata, esaltati da un eccellente cast...
Sugli scudi, ovviamente, il protagonista Michael Fassbender, intenso e magistrale in quella che è forse la sua miglior performance di sempre, ennesima conferma di uno tra i maggiori talenti in circolazione; a cui si accompagnano altre prestazioni di tutto valore che vanno dall'impeccabile Kate Winslet, al sorprendente Seth Rogen fino al poliedrico Jeff Daniels.
La confezione non è per tutti (e lo scarso box-office ne è quasi la controprova) ma il tutto brilla proprio per la sua atipicità, che lo eleva a prodotto di qualità sopraffina ed eccelsa... Sottovalutato.
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