Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Steve Jobs: luci e ombre di un originale visionario.......
Chi era (o è) Steve Jobs?,il film di Boyle ci presenta l'uomo Jobs,con contraddizioni,luci e ombre,ma sopratutto si discosta dal canovaccio tipico del biopic,regalando attimi di cinema intenso,parlandoci cosi' della natura umana condensata in un personaggio geniale,che continuera' nonostante tutto a fare storia.
Non vi sono pretesti cronachistici,non vi è didascalismo in questo film,tutto è affidato al ritmo "teatrale",incalzante a tratti,nevrotico nei piani sequenza che restituiscono la visionarieta' di un uomo oltre:nel suo essere cinico,scostante ed egoista,nonchè padre irriconoscente e assente.
Quella di Jobs è la classica ascesa/discesa del self-made man tanto cara al popolo americano,una vita di quelle scritte nei sogni,o se vogliamo dipinte dal mouse del computer.Si parte dagli esordi negli anni 80 nel colosso Apple,per poi passare tra fallimenti,insuccessi e problemi familiari.La figura di Jobs rimane sempre li,stagliata nei monitor o sospesa nelle agognate copertine del "Time",una sorta di araba fenice dei tempi moderni,capace di cadere e riciclarsi alla velocita' tecnologica delle sue "creature",facendo piazza pulita di collaborazioni e affetti pur di arrivare in cima.
La parabola umana di Jobs è narrata con minuzia registica,ove risalta la forza del dialogo sorretta dalle splendide interpretazioni di un Fassbender cinico ed egocentrico e nel talento naturale della Winslet nei panni di una fedele collaboratrice di Jobs,che riesce a reggere l'urto di un personaggio ingombrante.Boyle inscena cosi' una "pieces" dei nostri tempi,rimanendone "distaccato" e lasciando parlare il talento dei suoi attori,dove emergono (oltre a Fassbender e la Winslet) i bravi "comprimari" Jeff Daniels e Seth Rogen,collaboratori sedotti e ripudiati dall'arrogante Steve.
"Steve Jobs "si annovera cosi' tra quei film in cui parlano le sfumature ,la vita di Jobs si presta alla grande alle mille sfaccettature dell'umanita',il declino o l'ascesa parlano al cuore dello spettatore,sopratutto nella sensibilita' registico/Attoriale col quale si tratta l'irrisolto rapporto con la figlia "illeggittima" Lisa.
Un emozionalita' inattesa per un titolo del genere,dove si pensa sia tutto concentrato nell'astuto e geniale "carrierismo" di un uomo che qui non compare come "genio",ma semplicemente uomo. Boyle ritaglia il personaggio Jobs servendosi della magistrale sceneggiatura di Aaron Sorkin,caricando gli ambienti di un respiro "visionario" in linea con la personalita' del protagonista.Un carisma pregno di tante ombre quello di Jobs,rappresentato in modo asciutto e lineare,secondo i dettami di una storia che s'immerge nell'animo dei protagonisti,accantonandone gli strepitosi successi e spogliandone cosi' le umane debolezze.....
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