Regia di Danny Boyle vedi scheda film
"come mai ti considerano un genio, quando tutto il lavoro l'ho fatto io?"; "perché tu sei il primo violino, ma io sono il direttore d'orchestra!" (scambio di battute fra Jobs e Wosniak)
Tre momenti topici della vita di Steve Jobs: la presentazione del MacIntosh, poi quello del Next, infine di IMac. Tre giornate simbolo (1984-1988-1998) della sua ascesa professionale di cui il film ci racconta il "backstage".
Con la sapiente sceneggiatura di Alan Sorkin, che prende spunto dalla ricerca giornalistica di Isaakson, trasformandone le diverse interviste in dialoghi fittissimi di sapore teatrale, Il film senza essere troppo didascalico e ridipingere la già nota dicotomia fra Jobs uomo e Jobs stilista-visionario ("non è un codice binario: si può essere corretti e geniali nello stesso tempo", gli dice una volta l'amico-collega Wosniak), cerca di approfondire aspetti non noti del suo carattere, in particolare un legame con la figlia Lisa.
Figlia non desiderata e non cercata, ma poi a suo modo amata, e che lo porrà di fronte a una delle sue fantasie più angoscianti: il confronto fra la esperienza della figlia con la sua propria esperienza di adottato, quando Jobs alla nascita venne dato in adozione ad una coppia di avvocati che però dopo un solo mese lo "restituirono": "cosa può aver fatto di così grave un bimbo di un mese per dover essere "restituito"? , si chiede appunto con angoscia .
Jobs trasformerà questa angoscia in un desiderio ossessivo di avere il controllo su tutto; del resto anche le sue creature informatiche le aveva progettate da prendere letteralmente a scatola chiusa, ovvero senza poter essere modificate né nel software che nell'hardware, in modo da cancellare quella remota sensazione di non aver potuto invece avere il controllo di cose così significative che accadevano nei primi mesi della sua vita.
Notevole Kate Winslet, già premiata col Golden Globe, mentre ho la sensazione che Fassbender, pur bravo, abbia un limite espressivo nella mimica facciale, sempre incline a un vacuo sorrisetto.
Finale un po' edulcorato, in una pellicola che un ritmo di media velocità, in cui è proibito distrarsi anche un solo attimo per godere di tutti i succulenti dialoghi già citati.
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