Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Un operaio di mezza età, sposato da dieci anni, rimane solo in città dopo la partenza di moglie e figlio per il mare. Nelle poche settimane di libertà intreccia una relazione con una giovane vicina di casa: tutti e due sanno che la cosa non potrà durare, ma la tragedia è in agguato. Melodramma proletario che riprende struttura, ambientazioni e interpreti de Il ferroviere (con l’innesto dell’ottima Franca Bettoja) e che dipinge con grande credibilità la psicologia di un fedifrago per caso: il crescendo di compromessi sempre meno innocenti con la propria coscienza; la necessità di ricorrere a sotterfugi, di nascondersi dagli sguardi altrui e di mentire anche agli amici; la triste consapevolezza di stare facendo del male alle persone amate; l’ineliminabile senso di colpa verso entrambe le donne. Il finale ha qualche lungaggine e sembra voler cercare una sorta di aggiustamento a tutti i costi (e comunque l’ultima frase rimarca che qualcosa si è spezzato per sempre nell’armonia familiare); la sceneggiatura originale si concludeva, più opportunamente, con il funerale della ragazza.
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