Regia di Anthony Mann vedi scheda film
Situazioni psicologiche estreme, arbitrarie, non spiegate, non coerenti al genere western né al film; la "premonizione" del vecchio è un "deus ex machina" incoerente e improprio: determina l'azione, ma è gratuita, estranea al genere, e non offre le spiegazioni che vorrebbe: il vecchio "vedeva" Will che viene a uccidergli il figlio; invece non sarà così, e senza motivo il vecchio inizialmente lo vuole assumere! Will sembra cercar vendetta, nelle parole di altri, ma non nel suo sguardo né nelle sue azioni. Il dramma della morte del fratello è presupposto all'azione ma resta estraneo. Il film è "d'azione", senza alcuna attenzione vera all'evoluzione dei sentimenti, eppure è fondato su sentimenti e "valori", presupposti, ingiustificati, contraddittori: la prepotenza e la violenza erano valori per il vecchio ai suoi tempi, ma non si capisce perché oggi debbano essere condannati dallo stesso vecchio; la vendita di armi agli indiani, altra premessa del film, è immotivata, assurda da parte di ricchi e potenti che hanno ben altri mezzi per guadagnare denaro... Un film condotto con mestiere, ma impostato in modo troppo arbitrario: sopravvalutato. Tre stelle al massimo. NB: il "colpevole" non è figlioccio del vecchio, né è l'assassino (ma solo responsabile della morte, per aver dato le armi agli indiani). Il riferimento a Lear mi pare forzato, anche se era nelle intenzioni del regista... Gratuite anche le letture di ossessione di vendetta e di ineluttabilità del destino. Buono N. Ghelli, BeN '56, II, 90-91.
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