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Adoption

Regia di Márta Mészáros vedi scheda film

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La recensione su Adoption

di alan smithee
8 stelle

39° BERGAMO FILM MEETING - OMAGGIO A MARTA MESZAROS

Kata è un'operaia vedova di 43 anni, che desidera ardentemente divenire madre. Nonostante l'età non più molto favorevole, un check up la indica come ancora abile alla procreazione, e per questo la donna, che intende operare in modo corretto nei confronti del suo partner, chiede al suo amante, uomo sposato e con figli che non intende per lei lasciare la sua famiglia, se intende prestarsi a renderla madre. Costui tuttavia si divincola e finisce per rifiutare, anche un po' scandalizzato, e lascia la sua partner con la frustrazione di non poter dare corso a questo suo pressante desiderio.

Proprio in quei giorni il caso vuole che la donna incontri una adolescente irrequieta di nome Anna, che, orfana dei genitori, vive in un istituto per minori. Il rapporto tra le due si trasforma in qualcosa di molto simile ad una relazione tra genitore e figlio, per incrinarsi dinanzi al comportamento spavaldo e sin sfacciato della ragazza nel metterla a conoscenza del suo rapporto intimo con un ragazzo di un paese vicino.

L'incontro tra le due costituirà comunque la mola che indurrà la donna a prendere in affidamento un piccolo orfano proprio attraverso la struttura che ospita la spavalda e ribelle minore.

Girato in un folgorante bianco e nero che ne esalta l'introspezione, valorizzando l'espressività della splendida protagonista Katalin Berek, Adoption di Marta Meszaros si prende cura di esaminare l'intima solitudine che affligge una persona nel tentativo estremo di dare un senso compiuto ad una esistenza piegata da circostanze avverse a tutti gli effetti senza ritorno, ponendo l'accento sul valore e l'orgoglio nei confronti di un percorso verso l'emancipazione sociale verso cui tendono con orgoglio non solo la protagonista assoluta della vicenda, ma anche la fiera e selvaggia ragazza adolescente che le si unisce accanto.

Il film, datato 1975, è stato presentato con successo alla Berlinale di quell'anno, risultando il primo film diretto da una regista donna ad essere premiato con l'Orso D'Oro.

 

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