Regia di Jean Renoir vedi scheda film
Sam Tucker (Zachary Scott) vive in Texas con la famiglia, moglie (Betty Field), due bambini e nonna brontolona (Beulah Bondi), lavorando nelle piantagioni di cotone; quando muore l'anziano zio Pete (Paul E. Burns), sfinito dal caldo, il capofamiglia decide di tentare la sorte prendendo in affitto un appezzamento di terreno da coltivare per conto suo, anche se è pieno di erbacce, la dimora è una catapecchia ed il vicino Devers (J. Carrol Naish) è incattivito con il mondo intero e poco collaborativo nei suoi confronti, anzi lo deve come un ostacolo alle sue ambizioni, dato che voleva acquisire lui il terreno.
'L'uomo del Sud' è, a detta di molti critici, il miglior film del breve periodo americano del maestro francese Jean Renoir che, traendo la sua opera dal romanzo Hold Autumn in Your Hand di George Sessions Parry, sceneggiato da lui stesso in coppia con Hugo Butler e con la consulenza di William Faulkner, guarda sia al cinema di John Ford - chiari sono i riferimenti in particolare a 'Furore', poiché anche qui la vicenda ruota attorno alle vicissitudini di una famiglia di contadini, in perenne lotta con la natura e con gli altri individui -sia ai classici della narrativa americana del Novecento, come il suddetto scrittore e John Steinbeck, ma inserisce anche una componente a metà tra il misticismo religioso, che ricorre a turno nei discorsi dei vari elementi della famiglia Tucker ed il destino, che incombe sempre e spesso contro le azioni messe in atto dagli uomini.
Renoir si conferma un gran narratore di storie ed infatti 'L'uomo del Sud' è un'opera dotata di gran ritmo, con momenti di notevole tensione - gli incontri/scontri tra Sam e l'astioso Denvers, sobillato dal nipote Finlay (Lloyd Nolan), la rissa nel saloon in città con l'amico Tim (Charles Kemper) e un barista e una entraineuse, la malattia del figlioletto Jot (Jay Gilpin), il recupero nel fiume in piena della sua mucca, grazie all'aiuto del fidato Tim - che ben si combinano con parentesi più distensive e divertenti, come tutte le apparizioni della simpatica nonna, alla quale non va mai bene nulla, o della festa per le nozze della madre vedova di Sam con Harmie (Percy Kilbride), proprietario di uno spaccio.
Appare invece una forzatura a livello drammaturgico il repentino cambiamento di Devers verso Sam quando, vedendolo alle prese con la pesca del tanto da lui ambito pesce gatto a cui ha affibiato il nome di Fil di ferro, non esita ad aiutarlo, anche se, nella sequenza precedente era disposto ad ucciderlo in una scazzottata in cui era armato di coltello.
Un'opera stimolante ed avvincente, con un cast di prim'ordine, ma inferiore tanto ai capolavori del suo florido primo periodo francese, quanto a quelle opere di quell'enorme affabulatore del cinema americano che risponde al nome di John Ford che, trattando argomenti simili, sono maggiormente provviste di respiro epico.
Voto: 7,5.
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