La recensione su Elle

di ArwenLynch74

7 stelle

Paul Verhoeven è tornato al cinema d'autore, evviva!

Chi come me ha visto quasi tutti i suoi film, sa, che Verhoeven non ha fatto solo film di cassetta, ha una signora carriera alle spalle, cominciata nel suo paese l'olanda, con dei piccoli film che hanno già fatto parlare di se.

Stavolta sceglie come attrice protagonista una professionista del cinema d'autore.

Una attrice tosta che non ha paura di mettersi alla prova con personaggi duri, freddi e cazzuti: Isabelle Huppert, qui interpreta Michelle una donna che dopo una aggressione sessuale, cerca di dare filo da torcere al suo aguzzino, dopo aver capito che lui non intende lasciarla in pace, come si dice? Lo affronta di petto, cominciando un gioco psicologico del gatto col topo, un gioco pericoloso perchè rischia grosso...

Verhoeven però fa una operazione più complessa, non si limita a mostrarci il gioco del gatto col topo, ma ci illustra con dovizie di particolari, la vita di Michelle, molto disfunzionale, con un padre serial killer, è ovvio che ha dei traumi latenti nella sua vita, che esplodono subito dopo questa aggressione.

Non si arrenderà fino a che non avrà smascherato il suo aguzzino, e sarà una lotta senza esclusione di colpi.

La vendetta di Michelle sarà atroce perché dal momento di questa aggressione esplodono le sue insicurezze, la sua paura, e i traumi subiti per colpa del padre.

Un personaggio sfaccettato quello di Isabelle Huppert, la sua Michelle, non è una donna fragile e indifesa, come si può credere all'inizio, decide di mandare avanti la sua azienda in maniera severa e con pugno di ferro proprio per mascherare la sofferenza causata dai delitti del padre.

Sofferenza che poi esplode dopo lo stupro subìto.

Il film è un autentico pugno nello stomaco, difficile da mandare giù, e sono in molti che non l'hanno apprezzato, a me invece è piaciuto molto, proprio perché riesce a sottolineare il danno che fanno certi traumi quando esplodono dopo una aggressione.