Regia di Stephen Frears vedi scheda film
Commedia punteggiata di dramma, o dramma intinto di commedia, l’ennesima prova da nomination all’Oscar della sublime Meryl Streep è un affettuoso omaggio ad un personaggio francamente poco o per niente conosciuto al di fuori degli Stati Uniti (e non è escluso che anche lì siano in pochi ad averne sentito parlare), tale Florence Foster Jenkins, attempata e un po’ svampita ereditiera con la passione non corrisposta per il canto, che passerà alla storia come la peggiore cantante di sempre.
Il fatto è che però, la simpatica signora Foster Jenkins nel secondo dopoguerra, oltre ad esibirsi in svariati club e teatri di New York, tra cui la prestigiosa Carnegie Hall, un disco riuscì pure a inciderlo, grazie alle conoscenze e alle finanze del devoto marito, St. Clair Bayfield, impersonato da un sorprendente Hugh Grant, a suo agio tanto quanto la Streep nel passare dall’umorismo sottile a momenti più intimisti. Nota positiva anche la presenza del buffo Simon Helberg, beniamino del pubblico per il suo ruolo nella seguitissima sit-com Big Bang Theory, qui nella parte di un giovane e timido pianista “condannato” ad accompagnare la stonata Florence nelle sue esibizioni. Ruolo marginale invece per l’affascinante Rebecca Ferguson, negli scomodi panni dell’amante del personaggio di Grant.
Un cast di stelle più o meno grandi nobilita una storiella sentimentale semplice semplice e a tratti leziosa, che celebra sostanzialmente l’amore incondizionato per la musica, capace di unire e tenere insieme le persone, aiutando anche a superare traumi, dolori e ostilità.
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