Regia di Stephen Frears vedi scheda film
Ma allora hanno sempre riso tutti di me?
Florence è è un'arzilla sessantenne appassionata di teatro e musica nella New York che usciva dalla Seconda Guerra Mondiale. Visto che le finanze non le fanno difetto, si mette in testa di riprendere la vecchia passione del canto con l'aiuto di insigni maestri e dopo poco più di un mese di prove volersi esibire in pubblico...
Il personaggio di Florence è bivalente: da un lato donna viziata ricca e potente, dall'altro vittima della accondiscendenza altrui, che non solo per generosità, anzi spesso per puro tornaconto personale, le fanno credere l'impossibile.
Ma il tema di fondo dell'opera è che ognuno di noi diventa capace di credere all'inverosimile se ciò che ci viene detto - nonostante contrasti violentemente con il senso di realtà - rappresenta quello che ci fa piacere ascoltare.
Giocata su un tono di commedia, finisce che il film, che inesorabilmente è tratto da una storia vera, assume toni drammatici quando si scoprono le vere condizioni di salute di Florence nonché quando la protagonista alla fine si confronterà con la dura realtà.
Storia gradevole nella sua stravaganza, descritta in maniera garbata, ma forse un po' monocorde.
Molto interessante l'interpretazione di Simon Helberg, scanzonata e civettuola, nel ruolo del pianista di Florence.
E Stephen Frears me lo ricordo soprattutto come il regista di Alta Fedeltà.
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