Regia di Stephen Frears vedi scheda film
È un film che si potrebbe definire all'antica questo "Florence Foster Jenkins" di Stephen Frears, regista che lo spettatore più accorto conosce bene nella sua alternanza di opere di un certo impegno ed ambizione e altre di carattere più commerciale. Su una trama che ha dell'incredibile eppure è vera e documentata, il regista si affida quasi completamente agli attori, una Meryl Streep come al solito perfezionista che riesce a trasmetterci il tormento interiore della sua Florence senza farla mai scadere nella caricatura, uno Hugh Grant che sa trasmettere la giusta ambiguità e doppiezza al ruolo del marito in una performance che va annoverata senz'altro fra le migliori che ha dato nell'ultimo decennio. E visto che mi sto occupando del cast, una menzione anche al bravo Simon Helberg nel ruolo dello svampito pianista Cosme McMoon, caratterizzato con pochi tratti ma in maniera solida e precisa. La regia di Frears si concentra sui suoi magnifici interpreti a scapito forse di uno stile più "evidente" di scrittura, anche se non mancano significative eccezioni come la carrellata all'indietro nella scena in cui Florence prova a cantare una composizione inedita di McMoon accompagnata da lui al piano. Il film scorre senza particolari picchi emotivi ma con una buona consapevolezza del potenziale espressivo di ciascuna sequenza, strappando l'applauso soprattutto dove l'attrice sfoggia i suoi ormai noti virtuosismi, qui applicati principalmente al dover cantare in maniera stonata, mentre in "Mamma mia" ci aveva offerto una passabile versione di alcune celebri melodie degli Abba. La confezione è curata più del previsto, con musiche di Alexandre Desplat che a tratti catturano, costumi di Consolata Boyle che si aggiudicano una nomination insieme all'attrice protagonista, candidata per la ventesima volta ma destinata ad essere sconfitta, quando la sua recitazione qui è molto più incisiva rispetto a "The iron lady" che le ha fatto vincere la terza statuetta. E poi Frears, pur non essendo qui al top, è un regista molto più personale rispetto ai tanti mestieranti a cui la Streep spesso si affida, quindi inviterei gli scettici a vederlo e a verificare di persona.
Voto 7/10
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