Regia di Lucile Hadzihalilovic vedi scheda film
“Ci mentono”, ovvero: salpando da Lesbo (Arcipelago delle Canarie) e approdando a Taranto (metropoli oltre le Colonne d'Ercole).
Le tribù-colonie di Homo s. sapiens che si spinsero a sud invece di andare a caccia di sangue e genoma neanderthaliano a nord trovarono la loro fortuna raggiungendo le coste oceaniche che da Capo di Buona Speranza si dipartono verso ovest, e l'Atlantico, e verso est, e l'Indiano : di fronte a loro, sotto ai loro piedi, molluschi di mare a non finire, e dietro il deserto di rocce e jungla di fiere in cacci'anch'essa perpetua.
Una pletora di generazioni dopo, tra le temporane'eppur perenni pozze della risacca di un altro mare diguazza il ragazzino saltando tra gli scogli che affiorano dalla distesa di grossa sabbia vulcanica, l'incessante scroscio delle onde che s'infrangono sulla battigia a far da sottofondo al suo percorso/decorso...pre-operatorio.
Sembra una società arrivata allo stremo delle forze e vicino all'esaurimento delle risorse che gli avi dei rimanenti superstiti sopravviventi avevano accumulato raggiungendo quello che col senno di poi dell'oggi era un apice evolutivo, quella raccontata da Lucile Hadžihalilovic e Alanté Kavaïté (entrambe proseguono con quest'opera la loro esplorazione del coming of age) : le componenti di questa comunità ginoide, una herland matriarcale, ma non matrilineare, e con un pensiero ad "Ammonite" di Nicola Griffith e ad altri consimili romanzi di fantascienza femminista, mantengono le vestigia di quel progresso [ gli schermi dei computer sono catodici, le siringhe sono di vetro, gli edifici bianchi di calce in cui percolano infiltrazioni e la condensa s'accumula e ristagna sembrano casematte ballardiane abbandonate da(l) tempo ], imparano a memoria l'ultimo videotape superstite [ un cesareo, indispensabile per travalicare il genere senza avere sufficienti conoscenze scientifiche (partenogenesi) per modificarlo ed evolverlo ulteriormente, e un vagito ], e sperimentano un retro futuro pseudo steam-punk sulla pelle dei ''loro'' figli.
(In due disegni è racchiusa ed espletata tutta la separazione evolutiva, la speciazione.)
Le ultime luci ("Stellet Licht-Luz Silenciosa") di questo laboratorio (auto-?)isolato(si) di sopravvivenza agli errori commessi in buona/mala/stupida/cattiva/indifferente fede si riflettono, con la loro raggiante simmetria pentamera [ la capacità rigeneratrice (epimorfosi e morfallassi) delle stelle marine (asteroidea) e serpentine (ophiuroidea), e di alcuni sauri lacertini ], negli occhi dell'eroe, le cui mani traslano in disegni i sogni che sono reminiscenze di specie (taccuino-D.N.A.).
{ Compatibilità riproduttiva / specie imparentate : “Womb”, di Benedek Fliegauf, del 2010, e “Never Let Me Go”, di Mark Romanek (da Kazuo Ishiguro), dello stesso anno [ i passi in avanti (o a ritroso) della scienza ], e “Alien : Resurrection”, di Jean-Pierre Jeunet (e Joss Whedon), del 1999. }
Fotografia [splendida: naturalistica (s)eppur -sapientemente- desaturata] di Manuel Dacosse (collaboratore di Hélène Cattet e Bruno Forzani). Montaggio di Nassim Gordji Tehrani. Musiche (rimarchevoli, e - nel senso migliore del termine - ''romantiche'' : pastorali, bucoliche, campestri, con sottofondo amniotico) di Jesús Díaz e Zacarías M. de la Riva.
Roxan Duran ("il Nastro Bianco") è mefistofelicamente angelica. Max Brebant, esordiente (il futuro è suo, oserei dire senza tema di smentita), è molto bravo e ottimamente diretto.
Finale (gran bell'uso del sonoro, evocativo, con la partitura che pian piano e via via si stempera e si spegne confluendo nei rumori ambientali, o meglio: industriali: sferraglianti ciangottii metallici che baluginano dalla costa) inaspettatamente [ perché preceduto da un classico-retorico - e preannunciato dalla prova di sopravvivenza con rianimazione controllata (o era un altro tentativo di terminare la storia...abortito?) - topos di salvazione-redenzione ] potente.
(TarantoByNight)
« In confronto a noi [donne], gli uomini si dimostrano poco stabili, incostanti. Che siano un esperimento della Natura? »
Doris Lessing - "the Cleft" - 2007
* * * ¾ (****)
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