Regia di Garth Davis vedi scheda film
Per fagocitare meglio la recensione mettete di sottofondo La canzone dell’Appartenenza di Gaber. https://www.youtube.com/watch?v=nbdN1Vx8uJo
LION
E
IL SENSO DI APPARTENENZA
“L'appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme, non è il conforto di un normale voler bene. L'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.”
da Canzone dell'appartenenza di Giorgio Gaber
Per fagocitare meglio la recensione mettete di sottofondo
La canzone dell’Appartenenza di Gaber.
https://www.youtube.com/watch?v=nbdN1Vx8uJo
Cos’è per voi casa? Me lo sono chiesta più volte.
Sono le 4 mura che ci hanno visto nascere? Sono gli abbracci della mamma? Oppure è il profumo del vostro piatto preferito?
Ecco il film Lion, diretto da Garth Davis e sceneggiato da Luke Davies basato sulla storia A Long Way Home, scritto con Larry Buttrose, attraverso la sua storia assurda e commovente, aiuta a focalizzarci sul senso di casa e appartenenza.
Migliaia di bambini sono stati provinati in tutte le scuole dell’India per trovare una faccia così intensa, quella del protagonista di 5 anni, Sunny Pawar. Due occhioni enormi che fissano la vita, contornati da un visino sempre sporco e capelli scuri come la pece, spettinati e arruffati. Questo è il piccolo protagonista di Lion, Saroo Brierley, che in Hindu significa, pronunciato in modo corretto “Sheroo”, leone appunto. Anche nella recitazione.
Di sicuro almeno il cuore di “leone”, Sunny Pawar ce l’ha messo tutto per il ruolo. Il piccolo Saroo vive con il fratello maggiore Guddu, con cui ha uno stretto legame, e con la mamma molto povera, bellissima ma analfabeta. Tutti per sopravvivere devono raccogliere pietre. La vita dura dell’India, dove il senso di accettazione permea tutte le coscienze, viene documentata in modo forte sia sull’abuso verso i piccoli, ma anche intenso con una fotografia eccellente che certifica spazi amplissimi, la vastità contro la piccolezza dell’uomo. Tanto più bambino. Persosi in una stazione ferroviaria, Saroo passa attraverso diverse peripezie, finisce a Calcutta in un orfanatrofio e da li viene poi adottato da due bravissime persone in Australia.
Gli attori indiani sono tutti molto naturali; ad esempio la madre di Saroo, la bellissima e intensa Priyanka Bose, Sunny Pawar col piccolo Saroo è eccellente e da solo vale tutto il biglietto del film,poi da grandediviene Dev Patel, già noto con The Slumdog Millionaire, autenticando così la prima parte di LION, come più intensa e riuscita.
Nella seconda invece, girata in Tasmania, Rooney Mara risulta un po’ lessa e fuori ruolo, così come la algida Nicole Kidman appare invece un po’ troppo impostata.
In conclusione il film è molto forte, intenso e commovente. Nonostante qualche cedimento e qualche personaggio fuori ruolo, è una pellicola utile per capire cosa un’anima sia disposta a fare pur di tornare a casa e ricostituire il suo senso di appartenenza, di cui sempre più, c’è un estremo bisogno.
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