Regia di Satyajit Ray vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY
A metà del 900, un giovane bramino di nome Ganga, recentemente sposatosi sceglie di ritirarsi a vivere distante dalla città, in una casa circondata dai campi che lo stesso coltiva con l'aiuto della consorte Ananga, dedicandosi parimenti alla celebrazione dei riti induisti a favore di quella comunità di gente semplice e devota.
La carestia che da mesi incombe sulle grandi città, e si manifesta con l'incremento repentino e senza limiti del prezzo del riso, inizialmente non colpisce più di tanto quel villaggio sperduto e lontano, tanto da permettere anche alla coppia di sposi di accogliere e sfamare senza corrispettivo alcuno un anziano viandante, che ne approfitta spudoratamente.
Ma poi le cose si fanno critiche anche per gli abitanti del posto, che finiranno per esaurire le scorte di cereali prodotte con fatica e sudore, fino a rendersi succubi di una speculazione che affamerà un intera nazione, provocando anche la morte di molti sventurati.
Satyajit Ray continua a raccontare la sua accorata epopea dei poveri, aprendoci a scorci di vita in cui la drammaticità concreta e senza scampo della situazione di vita piena di ostacoli e privazioni, si alterna ad una filosofia di vita in cui gli affetti di famiglia e la semplicità dei sentimenti che animano i singoli protagonisti, finiscono quasi per costituire uno scudo contro le ingiustizie e le bieche speculazioni delle classi più abbienti e strutturate, ai danni del volgo indifeso e costretto al puro sostentamento.
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