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L'uomo dalla maschera di ferro

Regia di Mike Newell vedi scheda film

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La recensione su L'uomo dalla maschera di ferro

di maso
6 stelle

Versione britannica del racconto di Dumas già portato sullo schermo in altre due occasioni: nella Francia del Re Sole il popolo protesta contro il sovrano vizioso e le sue inadempienze, mentre suo fratello gemello Filippo, dichiarato morto dopo la nascita, marcisce imprigionato in un'isola deserta, rinchiuso in una cella con indosso una maschera di ferro che nasconde la sua perfetta somiglianza con il sovrano e gli causa incubi e deliri di pazzia. Dartagnan, capo delle guardie reali, architetta un piano per scambiare le due figure.

Scatta l'ovvio confronto con la recente versione con Di Caprio piena di star e sfarzosissima ma fredda e priva di sudore e umanità caratteristica che invece emerge in questa versione: c'è più sforzo nel rendere il romazo storico una base credibile su cui sviluppare il dramma avventuroso in cui Chamberlain da prova di grandi capacità nel doppio ruolo degli eredi al trono identici in viso ma diversi nell'animo. Come ne esce dal confronto con Di Caprio?

Richard Chamberlain batte Di Caprio 3 a 0: è più adatto al ruolo nell'aspetto e nel portamento, è estremamente viscido e perfido nelle vesti di Luigi XIV quanto affascinante, riflessivo, niente affatto melenso e vagamente pazzo nel ruolo di Filippo mentre Di Caprio sembra uno yankee alla festa del college di martedì grasso che fa lo stronzo niente affatto affascinante come Luigi e cosa ancor peggiore un angioletto romantico come Filippo.

Mike Newell sfrutta al meglio lo stato di grazia di Chamberlain construendo intorno a lui un film poco esplosivo sotto l'aspetto puramente spettacolare ma soddisfacente nella caratterizzazione di tutti i personaggi oltre che dal punto di vista narrativo, bella e convincente la parte in cui Filippo apprende da Dartagnan le istruzioni per impersonare il fratello e l'affiatamento fra Chamberlain e Louis Jourdan nei panni di Dartagnan emerge spontaneo anche se non vedo Jourdan adattissimo al ruolo.

La regia è convenzionale ma si respira l'aria pura dell'età dei lumi ripresa in sontuosi esterni, un po' brusco il finale ma vagamente ambiguo: siamo sicuri che Luigi non abbia ingannato tutti? La pazzia che fuoriesce dai sui occhi attraverso la maschera di ferro nell'ultima inquadratura assomiglia troppo a quella di Filippo, ambiguità voluta o casuale?

Jenny Agutter ha come sempre un viso che manda in brodo di giuggiole.

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