Regia di Don Siegel vedi scheda film
Il cowboy Clint Eastwood si trova a New York con tanto di cappello e stivali (tanto che tutti lo chiamano texano), ma senza cavallo, e tenta di portare a termine la sua missione con i metodi che usa a casa sua, ma si scontra con la complessa situazione della metropoli. Per una volta mi trovo d'accordo con Mereghetti, quando dice che L'uomo dalla cravatta di cuoio è «sostanzialmente un film sopravvalutato»: il grande Don Siegel non è a suo agio, così come il rozzo Coogan, tra le strade di New York. Eastwood, credibile finché prende e mena cazzotti, diventa un pezzo di legno quando deve sedurre le donne, e in questo film deve fare una specie di tour de force: a parte la ganza che ha in Arizona, a New York si fa sia una poliziotta (che aspettava lui) sia la fidanzata del malvivente che deve prelevare. Purtroppo per Eastwood, però, in quelle situazioni risulta falso come il vecchio foglio da seimilasettecento lire (aggiorniamolo con la banconota da sei euro e settanta, va'). In questo film il monumentale attore-regista americano - che proprio in queste ore è stato protagonista di un diverbio con Michael Moore, minacciando il cicciuto documentarista di morte, se mai lo prenderà come soggetto filmico) pare confermare il vecchio detto che lo riguardava, secondo il quale avrebbe avuto soltanto due espressioni: con il cappello e senza. Il film prosegue con uno spettacolare ma futile inseguimento in moto: e fra l'altro a me gli inseguimenti, che fossero in auto, motocicletta o in motoscafo, non sono mai piaciuti. In più l'inseguimento di questo film è credibile come la suddetta banconota: il malvivente fugge in moto e si scontra subito con un altro ignaro motociclista, tanto per fornire a Coogan la possibilità di impadronirsi anch'egli di un mezzo a due ruote; dopo non incontrano più nemmeno una motocarrozzina. La scena finale, con la trepida poliziottina già sedotta dal rude cowboy che lo saluta sotto l'elicottero in partenza, è veramente patetica. All'interno dell'elicottero, intanto, Coogan si accende una sigaretta - immaginiamo il ministro Sirchia con quei tre peli che ha in testa tutti ritti - e si capisce che siamo davvero in un'altra era.
L'aiuto-sceriffo Coogan viene mandato dall'Arizona a New York per scortare un delinquente dalla Grande Mela fino allo stato dell'ovest dove deve scontare una condanna.
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