Regia di Otto Preminger vedi scheda film
Il braccio d'oro è quello nel quale entra l'ago di una siringa, quello che con abilità sopraffina sa pescare le carte giuste in un mazzo, quello che serve a percuotere le pelli di una batteria nella speranza di poter finalmente avere una vita normale. È il braccio di Frank (Sinatra), che vorrebbe rifarsi una vita ma che viene risucchiato nel vortice delle cattive compagnie dalle quali non riesce a disfarsi e che per giunta ha una moglie (Parker) che si finge paraplegica e che non ne vuole sapere che lui si cerchi un lavoro onesto. Ma l'amore per una vecchia fiamma (Novak) potrà più di quanto non possano le brutte abitudini e a Frank alla fine quel braccio servirà per fare il gesto dell'ombrello alla moglie.
Il film di Preminger è stato uno dei primi ad affrontare il problema della droga in maniera tanto esplicita. Lo fa tirando insopportabilmente per le lunghe il racconto, innestando registri comici e innervature poliziesche ma mettendo a dura prova la credibilità della storia.
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