Regia di Otto Preminger vedi scheda film
Incalzante la costruzione narrativa, efficace il volto e l'interpretazione appassionata di Sinatra, coraggioso senza mezzi termini il contenuto: una storia di dipendenza dalla droga nel cinema americano del 1955 è evento più unico che raro. Eppure non tutto funziona: la trama vive di alcuni facili stereotipi sull'argomento e, a dirla tutta, forse per blandire la censura il film ritrae in maniera approssimativa ed infantile la problematica (Sinatra si buca ed il suo sguardo si fa atroce, quasi addolorato: nella realtà godrebbe come un maiale, altrochè); i personaggi sono inoltre piuttosto sottili. Ma il lavoro si riscatta, oltre che per i precedenti pregi, nella colonna sonora di Elmer Bernstein, sempre vivace ed azzeccatissima.
Frank esce di galera dopo una brutta storia di droga: ora sogna di fare il batterista jazz. Ma ricade nella dipendenza, complice un subdolo spacciatore, ed è vittima dei soprusi psicologici della moglie paralizzata alle gambe dopo un incidente, che continua a ripetergli che è lui (che era alla guida) la causa del suo problema. Proprio quando Frank decide di ripulirsi una volta per tutte, la situazione precipita.
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