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Un uomo da marciapiede

Regia di John Schlesinger vedi scheda film

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La recensione su Un uomo da marciapiede

di scandoniano
4 stelle

 

Bill, un ragazzone del Texas, decide di voler uscire dal provincialismo, attratto dallo straordinario fascino della Grande Mela, dove si trasferisce a fare il gigolò. Arrivato a New York, i suoi metodi, e le sue previsioni sostanzialmente sbagliate, gli prospettano una vita totalmente differente, fatta di stenti, difficoltà e di un’amicizia con l’italoamericano Rico: amicizia che stenta a decollare per il carattere inaffidabile di quest’ultimo, ma che alla lunga risulterà basilare per la sua permanenza e pervicacemente commovente nel finale…

La camminata tronfia del ragazzone texano tutto fisico e poco cervello interpretato da Jon Voight sulle note di Everybody’s talkin’ è il manifesto del film, ma rimane anche l’unico elemento ricordevole di tutta l’operazione. Nel film di John Schlesinger le scene cult non mancano, intendiamoci, ma la crudezza del racconto ed un fastidioso nichilismo visivo (fotografia e scenografie in primis) ne fanno un polpettone mal digeribile. Non basta la forte critica sociale, che vuol lasciare intendere che il sogno del mito americano, quello del cowboy macho della Marlboro Country, alla fine degli anni ’60, ha tirato le cuoia per sempre. Nonostante il regista sia qui certamente alla migliore delle sue prestazioni, la pellicola non si salva per via di un’evidente deriva di patetismo. 

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