Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Storia di un'amicizia fra due emarginati, un gigolò proveniente dal Texas che si illude di far quattrini svendendo il proprio corpo a signore danarose, e una specie di accattone ammalato di tisi che tira a campare nel sottobosco di New York. Finale triste ma assai commovente. Premiato con gli Oscar più importanti fra cui miglior film e miglior regia, è una pellicola di taglio decisamente più crudo rispetto alla media dei film premiati dall'Academy, alcune scene all'epoca destarono scalpore, ma non c'è compiacimento nello sguardo registico di Schlesinger, solo una visione lucida e disincantata dell'esistenza. Come hanno sottolineato alcuni critici, forse c'è qualche sbandamento melodrammatico di troppo, ma la caratterizzazione dei due personaggi è molto efficace grazie anche alle eccellenti interpretazioni di Dustin Hoffman e Jon Voight (il ruolo più memorabile mi sembra però quello dell'italo-americano Ratso e Hoffman è davvero da applausi nella sua recitazione da Actor's studio). La descrizione ambientale degli squallidi ritrovi frequentati dal protagonista è altrettanto riuscita e per certi versi anticipa l'incubo metropolitano di "Taxi driver" di Scorsese. Quanto al rapporto di amicizia maschile fra i due protagonisti, un sottotesto omosessuale è a mio parere innegabile, anche perchè Schlesinger non fece mai mistero di essere gay e fu anzi uno dei primi a trattare in maniera seria l'argomento nel film inglese "Sunday bloody Sunday". Indimenticabile il sottofondo musicale della canzone Everybody's talking in colonna sonora, e bellissimo e struggente il finale.
voto 8/10
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Per molti una dissacrazione del mito del macho americano o meglio del sogno americano del "Selfmademan" (colui che si fa da solo) ma può essere nient'altro che la rappresentazione di un ingenuo cowboy venuto dalle campagne per farsi fregare dal primo/a che capita, anche se come fisico il gigolò poteva farlo. Anche se entra nel letto di una eccentrica fotografa della "Factory" di Wharol ritornerà sui suoi passi. Decisamente grottesco il doppiaggio di Hoffmann solo per il cognome italiano pare sbarcato ieri da Napoli.
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