Regia di Dziga Vertov vedi scheda film
Un'esaltazione nostalgica del cinema d'avanguardia russo, in allora oramai amara decadenza. L'arco di una giornata raccontata dall'occhio di una macchina di un cineoperatore in inquadrature minuziose, sotto e sopra treni in corsa, tra spiagge e strade, con campi lunghi in piazze. Nuovi canoni stilistici e nuove idee di creare cinema. Cinepresa che diventa soggetto della propria osservazione. Pellicola traboccante di originalità, poesia, lirica e di una sensibilità, rigorosamente avanguardista e sovietica, contro ideologie di estrema destra. È fanciullesco. La macchina da presa utilizzata quasi in modo maniacale, come un bambino alle prese con il suo primo giocattolo: lo guarda, lo osserva, lo tocca, lo analizza ed infine lo utilizza incessantemente.
Mani che percuotono i tasti del pianoforte, immagini ricorrenti durante tutta l'opera, quasi a sottendere una inudibile colonna sonora che però riesce a far muovere la pellicola su un binario di armonia.
Giudizio finale:9
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