Regia di Valérie Donzelli vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2015 - CONCORSO
Storia di un amore impossibile, scandaloso, ma forte ed appassionato come la vita: ce la racconta la regista francese Valérie Donzelli ne MARGUETITE ET JULIEN,presentato nella sezione Concorso al Festival di Cannes.
Da una camerata di una colonia od un orfanotrofio di un passato volutamente non ben precisato ed anzi quasi depistato, una serie di ragazzine insonni trascorre la notte a raccontarsi la vicenda scabrosa ed intima dei due fratelli figli di Lord de Tourlaville. Due nobili fanciulli cresciuti in un castello immenso che, sin da piccoli, sono sempre stati molto legati ed inseparabili, fino a tramutare questo reciproco inscindibile legame, in un rapporto di fatto scandalosamente amoroso maturato con la condivisa attrazione sessuale che ognuno prova per l'altro.
La famiglia prova a separarli ma quest'azione serve solo a far capire ai due ancor più chiaramente la necessità di vivere assieme. Le circostanze si complicano quando tutti i pretendenti della ragazza si dileguano, intimoriti dalle voci riguardanti quel morboso attaccamento fraterno; il padre della giovane per questo motivo non si lascia scappare di dare la figlia in sposa ad un ben più anziano nobiluomo di origini iberiche: ma la ragazza non solo non lo ama: lo rifiuta e ne prova ribrezzo, dandosi alla fuga col fratello e spianando per i due giovani la strada che porta dritta alla condanna a morte senza possibilità di appello o clemenza alcuna.
Si riunisce la solida e collaudata coppia di regista/sceneggiatore/attori rappresentata da Donzelli/Elkain dopo alcune prove sfociante col noto ed apprezzato “La guerra è dichiarata”.
Marguerite è resa con credibile fervore dalla lanciatissima Anais Demoustier, volto antico, bello e paffuto da bambola, che ben si adatta alle rappresentazioni in costume, seppur scientemente bizzarre come quest'ultima, mentre Julien lo interpreta l'agile e smagrito Jeremy Elkain, col suo fisico e viso spigoloso ma anche attraente. La riuscita complicità tra i due, la commistione tra ambientazione d'epoca ed ostentazione di tecnologia fuori tempo, con antico e moderno che si rincorrono, sono uno dei tratti singolari e salienti del film, che sceglie di proposito certi provocatori dettagli fuori da ogni tempo e logica.
Ne esce una tragedia in stile shakespeariano incentrata su un tema scottante ed impossibile come l'amore carnale e dunque l'attrazione incestuosa tra fratelli: una situazione impossibile che vive attimi di pura forza e magia nel coraggio di trattare argomenti ancora imbarazzanti, se non tabù, a cui si alternano anche tuttavia altri di stanca e sin quasi banali, se non goffi.
Tuttavia il film della Donzelli risulta senz'altro interessante, coraggioso e sfrontato quanto basta per renderlo difendibile, almeno a tratti, dalle prevedibili intolleranze di un pubblico che non sempre appare disposto a capire e a lasciarsi andare ad accettare simili provocazioni ed ambiguità inconfessabili.
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