Regia di Elie Wajeman vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2015 – UN CERTAIN REGARD – FILM D’APERTURA
Nella Parigi di fine ‘800, un brigadiere di umili origini, senza famiglia e solo, accetta di infiltrarsi nell’organizzazione del movimento anarchico per riuscire ad aumentare di grado e a fare carriera.
Venuto a conoscenza dei vari membri del movimento complottista, l’uomo comincia a venir preso intimamente dalla causa che muove i dissidenti, e si attiva in prima persona per partecipare ai colpi e alle rapine necessari per finanziare il movimento ed organizzarlo verso l’insurrezione.
Molto presto, complice anche l’amore verso una compagna di missione, la sua esperienza di infiltrato si fonde con quella di un vero e proprio rivoluzionario anarchico, sempre più disposto a sentire propri i valori e le idee rivoluzionarie che animano i suoi compagni di battaglia.
C’era molta attesa, proprio a Cannes - dove il film, opera seconda del regista Elie Wajeman, ha aperto il Certain Regard - soprattutto per verificare l’alchimia, fino a quel momento solo teorica e tutta da verificare, che due sex symbol come Tahar Rahim e Adèle Exarchopoulos (la protagonista de La vie d’Adèle) potevano avere recitando assieme. La passione tra i due si riduce in una scena frettolosa che non comunica molta passione, ed anzi i due interpreti appaio spesso un po’ impacciati, i loro sguardi un po’ troppo persi nel vuoto, quasi catatonici, e i rispettivi ruoli un po’ irrisolti e poco approfonditi, quasi schematici.
Meglio allora le prove più ispirate e sanguigne di Swann Arlaud e Guillaume Gouix, anarchici convinti e motivati sino alle estreme conseguenze.
La ricostruzione d’ambiente, per quanto accurata e tutt’altro che lasciata al caso o approssimativa, appare oppressiva e circoscritta a luoghi chiusi che contribuiscono a rendere statico e poco appassionante il corso degli eventi, come a trovarci di fronte ad un vecchio sceneggiato televisivo solido ma anche un po’ bolso e poco incalzante.
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