Regia di Sergio Grieco vedi scheda film
Commedia scollacciata tipica del periodo, La nipote del prete è un prodottino alimentare a budget minuscolo realizzato frettolosamente e con la mano sinistra; sorprende notare che la firma in regia sia quella di Sergio Grieco, già noto da tempo - attivo da un quarto di secolo - come mestierante assolutamente non disprezzabile, ma presumibilmente giunto ormai a fine carriera stanco e privo di idee, desideroso soltanto di lavorare. Il risultato lascia a desiderare da ogni punto di vista, manco a doverlo sottolineare; purtroppo però va rilevato che, anche nell'ambito del genere erotico-provinciale nostrano (Malizia di Samperi, 1973, segnò un punto di svolta), si trovano senza difficoltà lavori migliori. Scene che sembrano introdotte a casaccio, attori semiimprovvisati, una risoluzione della trama (che poi, pure come trama...) improvvisa e inspiegabile, una messa in scena davvero scadente: La nipote del prete è forse il peggior lavoro in assoluto per Grieco, che presumibilmente firma anche la sceneggiatura, con il nome di Sergio Alessandri (simile all'altrove utilizzato Sergio Alessandrini). La protagonista è la bella Crippy Yocard, finlandese esordiente non molto dotata come attrice e che rivedremo presto in Oh, mia bella matrigna (Guido Leoni, 1976), per poi sparire rapidamente dal mondo della celluloide; il resto del cast è ancora più anonimo (i nomi maggiori sono quelli di Giancarlo Zanetti e di Roberto Proietti). Anche gli stereotipi sugli svedesi popolo libero dai pregiudizi e dal comportamento sessuale aperto a trecentosessanta gradi, nel 1976, sono neppure vecchi, ma antichi. 1,5/10.
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