Regia di John Ford vedi scheda film
Lo considero il miglior film di Ford, superiore anche a Sentieri selvaggi. Merita tutta l’ammirazione possibile, perché è il punto estremo a cui poteva arrivare il western classico: riconoscere onestamente “guardate che finora vi abbiamo raccontato soltanto balle, le cose non sono andate così”. Dopo, sarà possibile solo la morte del mito (Il mucchio selvaggio), l’aperto revisionismo (Piccolo grande uomo), la parodia vera e propria (Mezzogiorno e mezzo di fuoco), la rivisitazione crepuscolare (Gli spietati). Qui siamo invece al resoconto elegiaco di una triplice sconfitta: non solo quella dei fuorilegge (Lee Marvin) e dei giustizieri individuali (John Wayne), entrambi spazzati via dal progresso, ma anche quella del nuovo ordine civile, costretto a ricordare per sempre che le proprie radici sono indelebilmente macchiate di sangue. Dopo l’ultima battuta del ferroviere, “Certo, signor senatore: questo e altro per l’uomo che uccise Liberty Valance”, né James Stewart né Vera Miles sorridono: sanno che ai loro nipoti dovranno raccontare la leggenda, non la realtà.
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