Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Se il regista stesso decide di realizzare il remake di un proprio film, avrà i suoi motivi. Non avendo io visto l'omonimo del 1934, qualsiasi paragone è per me precluso. Alcuni dicono che sia migliore questa diversa seconda versione, ma tutto sommato non è una riflessione di vitale importanza. Mi accontento ben volentieri, infatti, di essermi gustato anche soltanto la riedizione, che ai miei occhi è risultata genuina e superlativa al pari (anzi, di più!) di tanti originali. Il merito è ovviamente in primo luogo da riconoscere al maestro Alfred Hitchcock, garante di una professionalità ai massimi livelli in ogni lavoro che onora con il suo caratteristico impegno. Emblema di genio è la sequenza in cui, riuscendo a non dare nell'occhio o stonare con il resto, propina ai suoi spettatori vari minuti di puro concerto! In secondo luogo citerei il solito affidarsi ai volti noti, magari denotando una lieve mancanza di coraggio eppure offrendo così uno spettacolo sempre gradito dai beniamini che ormai s'impara a conoscere, trovandovi sicurezza e familiarità. In terzo luogo unirei la tecnica innovativa, apprezzabile ancora oggi come una sorta di documentario storico sull'evoluzione dei metodi di allora, all'immancabile colonna sonora in qualità di fiore all'occhiello, specie sul finale. A mio parere questo è uno di quei film che non dovrebbe mancare in nessuna collezione che si rispetti.
Ben McKenna, di professione dottore, è in vacanza in Marocco con la moglie Jo e il figlioletto di pochi anni Hank. Ben presto lei si convince che ciò che li circonda sia loro ostile e che qualcuno li stia spiando. Nel mentre i tre conoscono dapprima Louis Bernard, un francese piuttosto misterioso e ambiguo, poi i coniugi Drayton, decisamente più alla mano e di compagnia. Louis Bernard viene però accoltellato a morte, nel mercato della città, e prima di spirare rivela a Ben un segreto...
Non si stenta a riconoscerne lo stile, imposto in ogni singolo fotogramma come solo lui sa fare.
Dottor Benjamin "Ben" McKenna. Impossibile non entrare in sintonia con lui. Impeccabile.
Josephine Conway "Jo" McKenna. Sublime nel rendere l'angoscia della madre, brava nel canto.
Si scatena Bernard Herrmann con l'orchestra negli atti conclusivi, mentre è certamente nota a tutti la famosa canzone "Whatever Will Be, Will Be (Que Sera, Sera)", riproposta più volte.
Chi conosce il francese, ha il vantaggio di comprendere alcune frasi che non vengono tradotte. Facilmente si intuisce, però, che la scelta ha lo scopo di forzare il punto di vista dei personaggi.
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