Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Tensione, tensione, tensione. Hitchcock all'ennesima potenza: è la costruzione del film che ha un ruolo preminente, nemmeno la storia stessa - comunque avvincente ed abbastanza dotata di colpi di scena, personaggi, spostamenti -, ma qui ciò che conta davvero è come le immagini si sviluppano, creando un'atmosfera prima ancora che una vicenda. Il personaggio di Stewart e quello di Doris Day possono avere uno spessore minimo, eppure la cosa non pesa più di tanto nella visione: Hitchcock è intrattenimento di qualità, per lunghe sequenze è impossibile staccare gli occhi dallo schermo - già più noiosa invece la parte a teatro, dove la suspence è costruita molto lentamente sulle note dell'orchestra, avendo precedentemente informato lo spettatore che l'attentato avverrà solamente all'intervento dei piatti. Espediente tipico del regista, quello di informare solo un personaggio o solo il pubblico su indizi di estrema importanza, e che lo rende maestro nel suo genere.
Nel bel mezzo del mercato di Marrakech una spia morente si accascia vicino ad una coppia di tranquilli americani, pregando loro di andare a cercare Ambrose Chappell a Londra, per salvare un importante politico da un attentato. Nel frattempo degli sconosciuti rapiscono il figlioletto della coppia: ai due non rimane che andare a Londra. Ambrose Chappell non è però una persona, ma una chiesa; e l'attentato, che si svolge a teatro, viene sventato proprio grazie alla moglie americana. A quel punto rimane solo da rintracciare il bambino: tutte le tracce portano all'ambasciata in cui si trova il politico.
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