Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Nonostante chi scrive ami l'enigmatico regista d'Albione, il film in oggetto è risultato una delusione, e per più di un motivo. Innanzitutto la storia fa acqua da tutte le parti, e oltre a essere per nulla verosimile, sfoggia sequenze imbarazzanti, come quella dell'insulsa canzoncina resa famosa dal film ripetuta fino alla nausea affinché le sue note attraversino porte e pareti per giungere al bambino tenuto prigioniero dall'altra parte del palazzo. L'interpretazione di James Stewart appare al di sotto dei suoi standard abituali, il marcato accento in lingua originale e l'atteggiamento da americano colonizzatore e "padrone del mondo" pregiudica l'empatia che lo spettatore dovrebbe provare nei suoi confronti. La fotografia è a tratti decisamente carente, la disposizione delle fonti di luce sul set dà una sensazione di pesante artificialità, e appare decisamente opinabile la scelta di girare alcune scene all'aperto sovrapponendole ad altri filmati, come nella sequenza degli acrobati in piazza, ottenendo come risultato una densità diversa e un effetto straniante. Che Hitchcock non sia mai stato un regista adatto alle riprese d'azione non è un mistero per nessuno, ma le poche presenti in questa pellicola lo dimostrano in modo fin troppo palese, come per esempio la botta in testa che il protagonista riceve verso la fine della vicenda. Il finale è forse la parte più importante in un film, quella più critica, quella che determina il gusto che resta in bocca allo spettatore quando esce dalla sala. La conclusione di questo film è quasi demenziale: frettolosa, raffazzonata, insulsa, improvvisa, lascia una pessima sensazione.
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