Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Carla è un'avvocatessa sposata, benestante e con il cruccio di essere avanti con gli anni e non avere ancora avuto figli. Quando vede in tv la storia di un bambino siriano sbarcato a Lampedusa in cerca della sua famiglia, trasferitasi in Germania, la donna decide di fare tutto il possibile per aiutarlo.
Nella sua 'terza età cinematografica' Pupi Avati ha riabbracciato il piccolo schermo, tornando a girare per la tv dopo parecchi anni (era dalla fine degli anni Ottanta con E' proibito ballare, che non lo faceva). Con il sole negli occhi è il seguito ideale de Il bambino cattivo (2013), altro dramma dell'infanzia dalle tematiche spinose, mai banalizzate o spettacolarizzate nella sceneggiatura che il regista scrive insieme al figlio Tommaso e a Claudio Piersanti; un altro film, va però rilevato, formalmente compiuto quanto insipido: un compitino svolto a dovere, ma palesemente destinato a un pubblico distratto e superficiale come quello casalingo. Certo, il lavoro del regista bolognese è una spanna sopra alla media delle produzioni televisive contemporanee, ma sempre in quel calderone va a finire: la confezione è piatta o poco meglio, la narrazione procede a rilento e in maniera del tutto lineare, i personaggi non vivono psicologie particolarmente forti - e via dicendo. Fra gli interpreti si trovano Laura Morante (la cui età meravigliosamente mantenuta permette di vestire ancora i panni di madre - o mancata tale), nell'ormai consueto ruolo di donna complessata, Paolo Sassanelli, Michele La Ginestra, Lina Sastri. Tanto gusto ci ha preso Avati con il piccolo schermo, che vi si rivolgerà anche per il suo lavoro successivo, Le nozze di Laura (2015). 4/10.
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