Regia di Simone Scafidi, Carlo A. Sigon vedi scheda film
CALCIO e POESIA
“Javier Zanetti è una figurina che ogni padre metterebbe in mano al proprio figlio come un santino, a prescindere dal campanile del tifo: gioca come lui, comportati come lui”.
Luigi Garlando
Cosa c’entra la poesia con il calcio di di oggi? Dove orde di tifosi distruggono capolavori del Bernini, menano e uccidono agli stadi, dove si ruba, si corrompe e si vendono le partite?
Beh, nel film di due giovani e originali registi milanesi, Carlo A. Sigon e Simone Scafidi, Zanetti story, si presenta un altro calcio: poetico, vero, agonistico, surreale e antico.
Oggi, infatti il mondo del pallone non sembra più costellato dei suddetti aggettivi e il film biografico su Javier Zanetti, testimonia un passato non troppo recente in cui i sogni, il sacrificio e la volontà, unita ad un estrema umiltà, hanno reso il garzone del latte, sveglio alle 3 di mattina per le consegne, il campione di oggi.
Il film narra l’incredibile storia di Javier Zanetti attraverso le testimonianze di Mourinho, Lionel Messi, Roberto Baggio, Gad Lerner e Fiorello, al cinema solo venerdì 27 febbraio alle ore 20.30 (elenco dei cinema su www.nexodigital.it).
E, al loro fianco, la voce narrante di un misterioso letterato argentino è un’intuizione geniale non solo per rendere “leggenda“ un uomo da sempre amato da tutti (tifosi, avversari, colleghi), ma anche per legittimare una storia di sudore, sacrificio, onestà che sembra uscita da un ottocentesco romanzo di Dickens.
Javier Zanetti è una delle ultime leggende del calcio Mondiale. Da bambino definito troppo egli fragile per stare in campo, egli smantella le certezze di medici e allenatori, e fatica per irrobustire il fisico; lui giudicato inadeguato, vince poi tutto il vincibile, a dimostrazione di come la tenacia non mente, nel 2004 è inserito nella lista dei 125 migliori giocatori viventi.
Otre a ciò assieme alla moglie Paula, ha creato la fondazione PUPI, per sostenere e supportare bambini poveri in Argentina con quella stessa scintilla per il calcio che Zanetti accese per se stesso. Così sarà in grado di supportare in altri di condizioni economiche precarie, come la famiglia da cui proveniva egli stesso, o con disagi fisici, l’amore incondizionato per uno sport sano e potente, come dovrebbe essere il calcio – simbolo/ emblema del gioco della vita.
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