Regia di Nicolas Roeg vedi scheda film
Un film di fantascienza (sociologica?) a suo modo epocale, che, però, visto a quarant'anni di distanza, perde molta della sua carica innovativa che aveva all'epoca. E questo anche visto con la reintegrazione delle parti tagliate dalla versione italiana ai tempi della sua uscita. Credo che la maggiore importanza che il film può ancora vantare consista nelle digressioni visive, apparentemente slegate alla trama, di cui Nicolas Roeg, nato nel cinema come direttore della fotografia, è indubbiamente un maestro. Deve essere inoltre apprezzato lo sforzo di narrare una vicenda di fantascienza adottando il punto di vista dell'alieno. Del resto, come scrisse Tullio Kezich nel 1976, «la proposta che l'autore del film ci fa è quella di guardare il mondo con occhi diversi»: nel caso del protagonista David Bowie, quest'affermazione può anche essere presa alla lettera.
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