Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
Una casetta sulla riva dell’oceano ospita una piccola comunità di ex preti impresentabili per vari motivi (pedofilia, ma non solo), accuditi da una ex suora altrettanto compromessa e intenti all’allevamento di un levriero da corsa; il suicidio di uno di loro, appena arrivato e subito additato pubblicamente da una vittima dei suoi abusi, provoca l’intervento di un emissario del Vaticano per risolvere il problema in modo definitivo. Pur ammettendo che in Italia un film simile sarebbe probabilmente inconcepibile, mi sembra un’occasione mezzo sprecata da parte di Larraín: evita opportunamente di essere un’opera a tesi, evita scontate contrapposizioni manichee (da una parte ci sono persone che rivendicano la loro “normalità” malata, dall’altra un funzionario mellifluo e abituato ai compromessi con i giochi di potere), non si fa illusioni sul presunto rinnovamento della Chiesa, ma ha poco pathos e procede in modo confuso, per poi vivificarsi in un sottofinale truculento e placarsi in un finale ambiguamente cristologico, lasciando un sospetto di cerchiobottismo.
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