Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
Grande è la confusione sotto il cielo di santa madre ecclesia, il film è eccellente!
Sulle coste del Cile si trova La Voca, un paesino segnato dall’aria salmastra permanente in cui vivono avvolti quattro preti allontanati dalla Chiesa. La loro sorvegliante è Suor Monica, laica e anche lei con qualche peccato da scontare. Un giorno, arriva nella dimora padre Mattia Lacano. Un giovane barbuto dal singolare nome si presenta fuori dall’abitazione urlando, apparentemente, frasi sconce e sconnesse rivolte verso Lacano. Il suicidio del prete sconvolge la routine e la tranquillità degli ospiti. Inviato da un nunzio giunge il giovane padre spirituale Garcia, psicologo e incaricato di indagare sull’accaduto. Vidal, Ortega, Silva e Ramirez hanno i loro scheletri nell’armadio del passato e un presente fatto di debolezze quali le corse e le scommesse di cani, in particolare padre Vidal. Garcia cerca di riportare la casa a centro di preghiera, penitenza e pentimento. Il giovane squilibrato Sandokan, vittima di padre Lacano diventa una mina vagante per i preti deposti e per il buon nome di Santa Madre Ecclesia.
IL CLUB è la Chiesa con tutti i suoi peccati. La pedofilia in primis, malattia non curata, ferita aperta che il cileno Pablo Larrain affronta con lo stile rigoroso ed efficace già dimostrato in tutte le sue opere. Arriva al cuore e alla ragione della questione senza fronzoli e con una dottrina esplicita. Preti condannati a vivere in corpi disonesti, chi ha commesso del male è condannato a ripeterlo. Nessuno si sottrae a questo “dogma”, anche l’onesto e progressista Garcia deve farsi corrompere e chiudere gli occhi per salvare se stesso e ciò che rappresenta. Sandokan, lo sbandato vittima della pedofilia è la feroce metafora, fin dalla filastrocca iniziale. E’ il trait d’union tra passato, presente e futuro dei protagonisti della vicenda. Come fece la Chiesa con il paganesimo, non riuscendo ad annientarlo viene inglobato, introdotto nella casa e intuiamo già con quali conseguenze. Viene perdonato come vuole nostro signore Gesù Cristo. E’ l’agnello di dio sacrificato sull’altare della repressione corporale.
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