Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Da una parte c’è l’epopea dei lupari, ossia dei cacciatori che in inverno si guadagnano da vivere uccidendo lupi per conto degli allevatori; dall’altra c’è un melodramma popolare, con un uomo diviso fra due donne (una delle quali appena diventata vedova). In entrambi i casi il referente mi sembra un certo d’Annunzio, quello dell’Abruzzo come terra mitica, teatro di una violenza rituale e di passioni primitive. Meglio la parte epica, con alcuni momenti forti (la lotta a mani nude con il lupo preso in trappola, l’assalto di un intero branco affamato al villaggio); la fusione tra le due è però molto meno riuscita che in Riso amaro. Montand, dongiovanni sbruffone e ogni tanto addirittura canterino, non ha la minima credibilità. Per par condicio, dopo la visione del film suggerisco di riascoltare Il lupo di Mario Castelnuovo: la storia d’amore che racconta è molto più appassionante di questa.
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