Trama
Franklin Bean jr. è un soldato americano di stanza in Germania nel 1965. Di ritorno da un congedo ottenuto per il funerale del padre, Franklyn si caccia in una rissa da bar e si fa spedire in prigione a Camp Berenfeld che è gestito dal tirannico sergente McKinney. Il rapporto tra i due è esplosivo, fino al rischio del duello. Solo alla fine, quando Franklyn è in partenza per il Vietnam, tra i due si stabilisce una sorta di comprensione. I due protagonisti sono padre e figlio (Martin e Charlie Sheen) e questo aggiunge interesse alla storia. Peccato che il resto sia così prevedibile da non uscire mai dai canoni classici del film carcerario.
Recensioni
La maggior parte della storia mostra un gruppo di giovani militari che combattono l'uno contro l'altro per cose senza senso.Apprezzabile il fatto che a un certo punto i ragazzi, cercano di riabilitarsi mentre il capo del luogo continua aa disturbare la loro pace, comunque non c'è niente di magnifico nel vedere situazioni ricorrenti che portano verso il nulla.voto 4,5 leggi tutto
1 recensioni negative
Il carcere come luogo estremo, luogo in cui sopravvivere o morire, evadere o (a volte) riscattarsi.
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La maggior parte della storia mostra un gruppo di giovani militari che combattono l'uno contro l'altro per cose senza senso.Apprezzabile il fatto che a un certo punto i ragazzi, cercano di riabilitarsi mentre il capo del luogo continua aa disturbare la loro pace, comunque non c'è niente di magnifico nel vedere situazioni ricorrenti che portano verso il nulla.voto 4,5
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Commenti (2) vedi tutti
MISCONOSCIUTO MA BUON FILM DRAMMATICO. I temi non sono nuovi: integrazione razziale e schizofrenia di certi ufficiali. Il valore aggiunto sta nelle buone prestazioni di protagonisti e comprimari (sempre grande Laurence Fishburne) e nella spassosa marcia-danza del plotone di neri.
commento di francaraccioUn ottimo film drammatico che al inizio ricorda Full Metal Jacket e dopo si concentra sui problemi raziali e sulla psicofrenia di certi ufficiali. Lo sviluppo dei personaggi è notevole quanto la bravura degli interpreti.
commento di IGLI