Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Straordinario film "neorealista"
Storia di un anziano ministeriale in pensione,attraversando umiliazioni e vicissitudini,ma senza mai perdere la sua dignità, unico bene in suo possesso,precipita nell'abisso della povertà e della solitudine,fino ad arrivare al suicidio, non consumato solo grazie ad uno scatto di vitalità del suo fedele cagnolino.Ambientata nell'italia del dopoguerra, è una pellicola che porta le illustrissime firme di Zavattini e De Sica.Considerato il capolavoro del neorealismo è un film, che ha generato polemiche e reazioni diverse.Andreotti lo stroncò nettamente,dichiarando che faceva una pessima pubblicità al nostro paese.Anche il pubblico dell'epoca rimase piuttosto freddo,dopo gli orrori della guerra ,la gente aveva bisogno di dimenticare e quindi preferiva storie leggere, di svago e distrazione, piuttosto che film che imponevano una riflessione impegnata.Ovviamente col tempo l'opera fu rivalutata e si riconsegnò la legittima valenza ad un film ,giudicato a buon diritto una pietra miliare del cinema italiano, che nella sua diretta semplicità, aveva il grande pregio di raccontare senza filtri, ma con autenticità, una tristissima storia di miseria umana.Le tecniche di ripresa erano estremamente innovative,la telecamera seguiva da vicinissimo i gesti di Umberto, come se volesse spiarli.Gli eventi quotidiani erano descritti passo passo, minuziosamente, segmentati e sviscerati nella tragica veridicità, come era nello stile del neorealismo,cioè un modo di fare cinema del tutto nuovo, teso a raccontare i fatti ,con la maggiore fedeltà possibile. Ovviamente il film è di un pessimismo cosmico, anche se la scena finale sembra dare un barlume di speranza e ottimismo.Il genere già aveva partorito altri straordinari e portentosi lavori come "Ossessione" "Roma città aperta""ladri di biciclette"ma con questo lavoro lasciò un segno indelebile nel panorama cinematografico mondiale.
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