Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Sarà Marzo, forse Aprile...ti svegli al mattino, Umberto D, solo, senza lavoro, hai freddo, sei magro...ma la dignità non ti manca: curi il tuo aspetto, radendoti con un vecchio coltellaccio arrugginito, sciacquandoti con l'acqua sporca di giorni; ti metti a tavola per fare colazione, e all'improvviso ricordi: non puoi permetterti la tazza di buon latte, nè una crosta di pane. E allora scendi dalla sedia, per raccogliere le briciole impolverate, che divori avidamente; lo dice il Signore, proprio quando soffri mostrati agli altri tutto lustro!, quindi ti infili il vecchio vestito rattoppato; esci per strada, come inebetito, e giri per ore; comincia a far buio, ma c'è ancora abbastanza luce, e ti guardi intorno ancora una volta, incredulo, con gli occhi arrossati e le mani ghiacciate - freddo inverno dentro al cuore! - i piedi ti dolgono nelle scarpe logore, fra le lagrime vedi soltanto poveri straccioni cenciosi manitese, uno ti afferra una gamba, ti supplica, te ne liberi, e pensi "quanto vorrei poterti aiutare, amico mio!" Straccioni dappertutto, straccioni a destra, straccioni a manca, straccioni che lievitano, straccioni che volano "...ovunque io mi giri, non vedo altro che straccioni e miseria, ed io pure sono uno straccione che vive nella miseria!"
"Dio, dove sei?"
Decidi dunque di entrare nella sala buia, ormai smarrito, non ricordi neppure se hai pagato l'ingresso; forse, vedendo il tuo viso smunto, misericordiosa la padrona del cinema ti ha fatto entrare gratis; ti siedi finalmente davanti al grande schermo, esausto...altri poveri relitti siedono in sala - forse loro pure sono entrati gratis - tutti insieme nella comune attesa... tutta quella miseria - Dio mio - non ne potete più, almeno per due ore... e sullo schermo passa un'altra storia di povera gente, il beffardo castigo per chi come te non ha i soldi per pagarsi la bontà divina nemmeno al cinema.
Sulla trama
Triste storia di quotidiana realtà.
Sulla regia di Vittorio De Sica
Beffarda.
Beffarda.
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