Regia di Joe Dante vedi scheda film
Attribuire a questo film tre stelline su quattro, come fa Mereghetti, è, cinematograficamente parlando, una bestemmia. A meno che non si voglia premiare il miracolo, compiuto dal regista, di emergere con proprie qualità da un pastrocchio nato su una sceneggiatura inconsistente e incongruente (evidentemente, non sempre la firma di John Sayles è una garanzia), che dà vita a un film inutilmente aggrovigliato, colmo di scene involontariamente ridicole. Neanche gli attori, probabilmente tenuti al minimo sindacale di stipendio, aiutano la riuscita dell'Ululato, e riescono soltanto a farci ricordare che in fondo il lupo è stretto parente del cane. Dal pasticciaccio brutto (cui anche il non più giovane Morandini attribuisce tre stelline e mezzo su cinque), emergono in ogni caso il talento visivo di Joe Dante, che nel finale si distanzia dalla ridicola materia del film, e la bravura tecnica di Rob Bottin, autore dei trucchi lupeschi. A parte il merito di avere, seppur di poco, anticipato la licantropizzazione in diretta di "Un lupo mannaro americano a Londra", nessun altro tipo di confronto è possibile con il bel film di John Landis. Il miglior effetto speciale sarebbe far sparire questa boiata.
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