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The Invitation

Regia di Karyn Kusama vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Invitation

di maurizio73
4 stelle

Thriller da camera a tinte horror che dissemina, lungo un percorso narrativo fatto di noiose schermaglie tra amici male assortiti per buona parte della storia, i confusi ed insignificanti indizi che dovrebbero giustificare la prevedibile esplosione di violenza del finale. Il Nuovo Est si fa un giro in collina.

Will e Kira decidono di accettare l'invito della ex moglie dell'uomo e del suo nuovo compagno, per una reunion tra vecchi amici nella bella villa di Beverly Hills, già teatro due anni prima della tragica morte del suo unico figlioletto. Oltre alla consueta compagnia di conoscenze comuni però, la presenza di due personaggi estranei e dal comportamento ambiguo ed eccentrico acuiscono in lui un senso di disagio e diffidenza che sfocerà ben presto in una vera e propria psicosi del sospetto e del complotto. Ma, come stanno veramente le cose?

 

locandina

The Invitation (2015): locandina

 

Uscito quasi in contemporanea con il film d'esordio di Joel Edgerton (Regali da uno sconosciuto - The Gift) e sulla falsariga del thriller del sospetto che ripropone il classico schema dei Dieci Piccoli Indiani tanto caro al cinema americano, questo dramma da camera a tinte horror della nippo-statunitense Karyn Kusama non brilla nè per l'originalità del soggetto nè tantomeno per la sagacia della messa in scena, finendo per disseminare lungo un percorso narrativo di noiose schermaglie tra amici male assortiti che occupa buona parte della storia, i confusi ed insignificanti indizi che dovrebbero giustificare la prevedibile esplosione di violenza del finale. Sopperendo ad una poco credibile scrittura di personaggi e situazioni (alcune al limite del ridicolo: la scena iniziale di peli pubici femminili in bella mostra e quella finale di un pentimento sconsideratamente tardivo) attraverso l'uso di un montaggio che alterna flashback di latenti sensi di colpa, ralenty dalle stucchevoli sottolineature musicali e presentimenti onirici che spaziano dal Frankneimer di Seconds al più prosaico The Wicker Man di Neil LaBute, questa piece losangelina finisce per evocare lo spauracchio di una banalità del male che banalizza persino il mito metacinematografico del Charles Menson di polanskiana memoria, piazzando a bella posta una lanterna rossa quale telefonato coupe de theatre di una Notte del giudizio prossima ventura. Insomma roba da tifare per l'insania dei cattivi e punire la stupidità dei buoni, se non fosse che i primi finiscono giustamente per fare la fine del sorcio per un malinteso senso di espiazione e purificazione eterne. Dal People's Temple Massacre al settarismo del cinema indipendente americano ("Il Nuovo Est". Pfui!), il range tematico di questo thriller a corto di idee è veramente modesto, tenedosi alla larga tanto dalle rivalse sociali di una borghesia ipocrita e vanesia (tutti rappresentati, dall'ex goliardo superficiale alla coppia gay, dalla coppia interraziale a quella d'importazione...a quella fuori di testa) quanto dal rispetto delle regole più elementari nella costruzione della tensione, con più di un passaggio a vuoto e di salti logici che sfidano il senso del pudore (l'amica sessuofobica che abbandona 'per sempre' la festa, il coreano che arriva tardi 'al momento giusto' e la ex mogliettina ravveduta che fa harakiri). Attori sotto il livello di guardia, eccezzion fatta per il belloccio Logan Marshall-Green fisiognomicamente simile all'Alexander Skarsgård di The East (c.v.d) ed il caratterista dalla faccia da cattivo 'bravo ragazzo' del solito John Carroll Lynch che ricorda vagamente il compianto James Gandolfini. Presentato al festival South by Southwest 2015 si aggiudica il premio di miglior film al Sitges - Festival Internazionale del Cinema Fantastico della Catalogna 2015.

Roba da rabbrividire!

 

Libiamo, libiamo ne' lieti calici,
che la bellezza infiora;
e la fuggevol' ora
s'inebrii a voluttà.
Libiam ne' dolci fremiti
che suscita l'amore,
poiché quell'occhio al core
onnipossente va.
Libiamo, amore; amor fra i calici
più caldi baci avrà.

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