Regia di Michael Showalter vedi scheda film
33° TFF - FESTA MOBILE - FILM DI CHIUSURA
Doris ha oltrepassato i sessanta e non ha famiglia se non l'anziana madre di cui si occupa da una vita. Quando questa muore, la donna si ritrova sola, in una casa letteralmente invasa di oggetti e ricordi che entrambe le donne avevano la tendenza ad accumulare, come per trattenere ricordi ed emozioni di una vita circoscritta dalla solitudine e resa aspra dalla sensazione di non aver mai portato a compimento un progetto o concretizzato un sogno od aspirazione, sia esso legato ad una vita sentimentalmente compiuta, sia semplicemente inerente al soddisfacimento di un'attitudine.
Sul lavoro la donna appare sottomessa dalle circostanze e presa un pò di mira sia per l'atteggiamento sottomesso che la contraddistingue, sia per l'eccentricità del proprio stile (se si può davvero chiamare così) di vestire, eccentrico ed ossessivamente accumulatorio in un guazzabuglio di stili e colori.
Il giorno che in ascensore Doris si imbatte in un nuovo brillante, giovane ed attraente collega, la donna si innamora perdutamente di lui tanto da pensare seriamente di poter divenire essa stessa l'oggetto del desiderio di un ragazzo che potrebbe essere suo figlio. E dando luogo a tutta una serie di inconvenienti e macchinazioni buffe o comiche che tuttavia nascono e si nutrono del desiderio della donna di riscattarsi da una vita sbiadita e sottotono che merita finalmente una svolta decisiva.
Piccola commedia degli equivoci che si regge quasi solo sulla verve da brillante commediante quale è sally Field: la Minnie disneyana trapiantata a Hollywood, un'attrice nata come spalla di Burt Reynolds in qualche commedia o action di poco conto, che ha saputo tuttavia imporsi in un paio di ruoli drammatici fondamentali, in grado di lanciarla nell'olimpo e di vederla premiata con ben due premi Oscar come migliore attrice a distanza ravvicinata (Norma Rae dell'80 e Le stagioni del cuore nell'85).
Un'attrice brillante ma anche drammatica che da un ventennio (da Forrest Gump, nel quale interpretava l'accorata madre) si è come autorelegata, non senza una certa scaltrezza e lungimiranza), verso ruoli di di anziana madre o donna.
Ebbene Sally Field, anziana zitella, irresistibilmente e senza vera necessità, accattona per la necessità di impadronirsi di emozioni altrimenti latitanti, regge da sola tutto un piccolo film, commedia che trova la forza di arrivare fino al suo epilogo grazie a qualche sporadica situazione brillante in cui l'attrice, pur contornata da un valido stuolo di caratteristi, risulta come sempre centro nevralgico del contendere.
Per il resto il film non presenta alcun guizzo registico e anzi scorre verso il suo epilogo in modo ordinario e un pò piatto, secondo gli schemi della commedia agrodolce non priva tuttavia di qualche valido spunto di riflessione.
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