Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Questo per me,e credo per molti altri,non è solo un film.Non è solo un concerto.Questa è la rappresentazione di un ideale,di un modo di vivere,è il compendio della mia giovinezza e,più precisamente,è il ponte che mi faceva dire addio alla mia spensierata adolescenza e mi faceva diventare,di fatto,uomo.Insieme alla mitica Band,infatti,non se ne andava solo un gruppo che fece la stroria della musica ma,insieme ad esso,andarono (per non tornare mai più) anche le corse in Vespa,le nottate passate a suonare e fumare erba,le appassionate liti in materia di politica (quanto ci credevamo...),le goliardiche partite a biliardo e a poker,i discorsi infantili e sognatori su Céline,su Kerouac,su Pasolini.Ci sentivamo tutti il giovane Holden.Non ci accorgevamo che tutto stava per finire,proprio come in quel concerto di San Francisco.Io mi accingevo a lasciare la mia amata Roma per trasferirmi a Milano a studiare Giurisprudenza,i miei compagni d'avventure si dividevano tra chi inseguiva i propri sogni e ideali (in tre si trasferirono in Sud America),chi partiva per arruolarsi in Aeronautica e chi sbatteva la faccia sulla vita vera iniziando duri lavori per portare a casa la giornata.Insomma,in quegli anni The Band non fu l'unico gruppo a sciogliersi.Sul modo in cui il documentario è fatto credo basti il nome del regista per capirlo,un uomo che dall'inizio della sua carriera non riesce mai a smettere di essere innovativo,neanche oggi (e ne "L'ultimo valzer" lo è stato eccome).So che questa più che una recensione oggettiva di un film è un misto di malinconiche emozioni,è un pezzo della mia vita,ma sono purtroppo (o per fortuna) impossibilitato ad esprimere un commento oggettivo.Spero in queste poche righe di essere riuscito a trasmettere quello che quest'opera di Scorsere ha rappresentato per me,di sicuro uno dei cinque film che ho più a cuore.
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