Regia di René Feret vedi scheda film
Biopic sul grande scrittore e drammaturgo russo Anton Cechov, medico e scrittore baciato da un talento di cui lui stesso era tutt'altro che convinto. Il film di René Feret ne racconta la breve traiettoria umana e artistica, interrotasi ad appena 44 anni, con una famiglia numerosa alle spalle e un umanesimo che fu la cifra propria della sua scrittura, segnata da una sensibilità spiccata verso la condizione degli ultimi, al quale il film rivolge, in sottofinale, la sezione più interessante. Per quanto affidato al volto espressivo e gentile di Nicolas Giraud, il film - una produzione francese giunta sugli schermi italiani con otto anni di ritardo - è "come una pagina di Wikipedia" (secondo la felice definizione di Rocco Moccagatta) e ha tutto il sapore dello sceneggiato televisivo, a cominciare dal formato e a continuare con le luci, i primi piani e le continue didascalie che mettono anche lo spettatore più ignaro nelle condizioni di farsi un'idea dell'autore di capolavori immortali come Il giardino dei ciliegi, Il gabbiano e Zio Vanja.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta