Regia di Fred Grivois vedi scheda film
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"La resistenza dell'aria" misura l'attrito che la stessa comporta quando un proiettile viene lanciato contro il suo bersaglio, e diviene uno degli elementi fondamentali da governare per riuscire a colpiure il bersaglio: un fattore molto più importante del fucile stesso, che diviene niente più che uno strumento per raggiungere l'obiettivo. Questo spiega Vincent, campione di tiro da 300 metri, ad un uomo incontrato al poligono che amichevolmente gli rivolge la parola.
Salvo poi introdurre l'uomo in un mondo dove è possibile guadagnare soldi facili, se per facile si intende riuscire a svolgere alla perfezione e senza intoppi un incarico che richiede proprio l'abilità dell'ottimo tiratore.
Vincent è senza soldi e ha una casa in corso di costruzione, una moglie che insiste per terminarla, un padre malato che la coppia deve accudire nella propia casa, sconvolgendo ogni abitudine e ritmo a causa anche dei comportamenti bizzarri dell'anziano.
Il passo a divenire un killer professionista avviene in poco tempo, quando il proposito di riconquistare una moglie ormai lontana, fisicamente e mentalmente, di preservare la sua famiglia, di scagliare più lontano possibile un periodo cupo e mortifero, diviene il motote che spinge Vincent ad accettare il primo incarico, e a farsi inghiottire in una spirale senza uscita.
Dalla Francia un buon thriller che il regista Fred Grivois, sceneggiatore stretto collaboratore di Audiard, dirige con mano sicura e professionalità, confezionando un "polar senza polizia" efficace ed incalzante.
Merito di tutto ciò, oltre che grazie alla regia serrata, che ci regala anche buoni momenti d'azione (quello della sparatoria genevese sul porto è molto efficace) si deve all'interpretazione del bravissimo attore Reda Kateb, lanciatissimo in Francia da anni, in Italia ancora misconosciuto. Il regista, in sala durante la presentazione, ha confessato di aver scritto il personaggio del suo protagoniosta avendo negli occhi e nella mente il corpo e la fisicità di Kateb. Una scelta bizzarra, gli confessò lo stesso Audiard, in quanto il bravo attore presenta una lieve strabicità nello sguardo, che contrasterebbe con il fatto di essere un asso nel tiro al bersaglio.
Piccole stuzzicanti incongruità che divengono comunque preziosi aneddoti al cinema, e che in questo caso vengono seppelliti dalla splendida prova dell'attore in questione.
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